Napule è ‘nu pNapule è ‘nu paese curioso: è ‘nu teatro antico, sempre apierto. Ce nasce gente ca’ senza cuncierto scenne p’ ‘e strate e sape recità – Eduardo De Filippo
Che ci crediate o no, il libro che ho scelto di recensire per parlarvi della città nuova (Néa-pólis, appunto) e anticiparvi il nostro imminente viaggio a Napoli, non è di Anna Maria Ortese, né di Raffaele La Capria, o di Ermanno Rea, o di Erri de Luca, o di Matilde Serao, o ancora di Luciano De Crescenzo, per quanto abbia letto tutti o quasi i rispettivi “capolavori napoletani”, da Il mare non bagna Napoli al magnifico e divertentissimo Così parlo Bellavista. Ecco, dicevo, io questi libri vi consiglio di leggerli, ma vi consiglio anche di andare più sul pratico con qualcosa che vi offre in poco spazio numerosi spunti storici, artistici, archeologici e di costume, qualcosa come “101 cose da fare a Napoli almeno una volta nella vita”, della giornalista, autrice teatrale e probabilmente altre cose Agnese Palumbo.
Perché un libro tanto frivolo al cospetto di nomi importanti come quelli citati poc’anzi? Per quanto mi riguarda la risposta sono gli aneddoti, che qui troverete abbondanti e succosi e che vi permetteranno di entrare con delicatezza nel groviglio socio-storico-politico-economico della Napoli di ieri e di oggi, senza troppi preamboli e chiavi di lettura e stili letterari in voga all’epoca (vogliamo parlare dell’eccesso di neorealismo dell’Ortese? O del fatto che molti dei romanzi consigliati su Napoli siano stati scritti nel periodo immediatamente successivo al secondo più grande conflitto della storia?). Aneddoti semplici, brevi, concisi ma non per questo meno significativi, come quello al capitolo 23, “Accomodarsi sulla sedia della fertilità” (una delle 101 cose da fare a Napoli secondo l’autrice), in cui si narra dell’unica santa napoletana canonizzata, ovvero Maria Francesca delle Cinque Piaghe di Gesù, vergine delle stigmate a cui pare si rivolgessero (e si rivolgano) le donne sterili e quelle che hanno bisogno di aiuto per la gravidanza.
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O consigli come quello al capitolo 96, “Mangiare esotico tra via Bausan e via Martucci”, con una lunga lista di ristoranti mezzi napoletani mezzi argentini, spagnoli, brasiliani, greci, perché se c’è una verità indiscutibile su Napoli, questa è la sua identità multiculturale, la sua contaminazione di etnie differenti che convivono e si mescolano senza perdere di vista le origini, per cui sì, cerchiamo la “vera” pizza, ma non dimentichiamo che Napoli è anche pinchito moruno, camarones, moussaka, pescaito frito, e che il caffè può anche essere servito sketos, metrios o glykys.
GLI ALTRI LIBRI DI AGNESE PALUMBO (ANCHE EBOOK)
Il libro di Agnese Palumbo fa parte di una collana (presumo di successo vista la quantità di titoli pubblicati) ideata da Newton Compton Editori, con la serie di “101 cose da fare…” praticamente ovunque, a cui si aggiungono le “101 donne che…”, o le “101 storie su…”. Per cui se avete in programma altri viaggi date un occhio al sito e acquistate le versioni ebook, costano meno, non abbattete alberi e ve le portate in viaggio senza occupare spazio. 101 cose da fare a Napoli almeno una volta nella vita, e potete cominciare a leggerlo subito dopo averlo scaricato. Della stessa autrice troverete anche “Il giro di Napoli in 501 luoghi”, “Misteri, segreti e storie insolite di Napoli”, “101 storie su Napoli che non ti hanno mai raccontato”….
Ce n’è insomma per tutti i gusti, forse perché questa città non smette di appassionare chi ci vive e chi la visita, o forse perché le cose da dire, da fare, da vivere, da raccontare a Napoli sono tante, troppe, al punto che nessun libro riesce a catalogarle. A noi fortunati viaggiatori, dunque, il compito di andare a controllare di persona il vero volto di Napoli, cosa che faremo a bordo di Ermanno dal 15 al 22 aprile circa. Una settimana per raccontarvi la nostra primavera a Napoli in compagnia di un autocaravan del 1980, del piccolo Sebastiano e, soprattutto, dei nostri sogni. Come direbbero a Napoli: “stai tunned”!
Comments
1 commentoagnese
Ago 13, 2017nessuna mi aveva mai dato della frivola, grazie! 😀