Costui crede di sapere mentre non sa; io almeno non so, ma non credo di sapere. Ed è proprio per questa piccola differenza che io sembro di essere più sapiente, perché non credo di sapere quello che non so – Socrate
Di citazioni ce ne sono infinite, ma questa di Socrate (uno dei primi filosofi che iniziai a leggere non ancora maggiorenne) mi sembrava la più adeguata. Il fatto è che non so, ad oggi, se l’acquisto di Ermanno sia stato o meno “conveniente”. Nella nostra società, una certa società occidentale come quella italiana, siamo abituati a valutare solo l’aspetto economico: “sì ma alla fine quanto ti è costato?” è la domanda che viene posta per prima da conoscenti, amici o chi per loro. Confrontandomi al telefono con Ester del blog Esterofili (fra viaggiatori in van ci conosciamo più o meno tutti), ho avuto l’ennesima riprova che per mantenere mezzi del genere – un Fiat 238 del 1980 nel nostro caso e un Westfalia anche lui di parecchi anni nel suo – bisogna investire. Ed ecco, se proprio vogliamo metterla sul lato economico, la parola chiave: una parola ben diversa da “spendere”. Da bravi occidentali, cominciamo per l’appunto da qui, dalle spese sostenute da quel lontano marzo 2015 a oggi.
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LA LUNGA, LUNGHISSIMA LISTA DI RIPARAZIONI SOSTENUTE
Credo nella fortuna. Anche qui il confronto con altri me lo ha confermato: c’è chi ha un mezzo vecchio e gli è sempre filata liscia e chi ne ha uno nuovo e non gliene va bene una. Molto dipende da ciò che i proprietari precedenti hanno fatto (o non fatto). Ermanno, col senno di poi, era in condizioni pietose: batterie cotte, impianto elettrico da mettersi le mani nei capelli, cambio che perdeva olio, motorino di avviamento prossimo a bloccarsi… penso che l’unica cosa da salvare fosse l’alternatore. Persino lo sterzo aveva un gioco per cui le gomme anteriori si usuravano alla velocità della luce! Da quando lo abbiamo acquistato per la modica cifra di 3.300 euro, ci abbiamo speso ad oggi la bellezza di 9.000 euro circa (ho un file Word con tutte le voci). Può sembrare tanto, e a volte perfino io che sono un sognatore recidivo mi sento in colpa. Poi però leggo articoli come questo di Facile.it dove si parla del costo medio per mantenere e utilizzare un’automobile (attenzione, non un mezzo d’epoca che è anche camper come il nostro, ma una macchina con percorrenze medio-basse). E scopro che un’auto “normale”, senza piano cottura, senza posti letto, senza armadi, senza nulla (…) richiede, tolto il carburante, la bellezza di 2.000 euro l’anno fra bollo, assicurazione, manutenzione, ecc. Solo 1.000 in meno di quanto abbiamo speso noi finora!
Perché questo? Perché dove gli altri spendono (buttano?) i soldi arrivando a toccare (fra assicurazione, bollo, tasse di proprietà) cifre intorno ai 600-1000 euro, noi paghiamo un totale di 292 euro l’anno. E perché anche un’auto normale, più o meno nuova, ha bisogno di manutenzione. In pratica, stiamo restaurando un mezzo d’epoca a costi di poco inferiori a quelli che avremmo avuto con un’auto. Incredibile? Eppure è così. Certo, abbiamo un impianto GPL che ci consente un certo risparmio, e non sto considerando le giornate passate fra meccanici, in cerca di un ricambio, a capire come risolvere un problema. Ma anche qui: sono giornate perse? Sapere come bypassare l’impianto elettrico in caso di guasto, conoscere la differenza tra alternatore, motorino di avviamento e carburatore, essere in grado di cambiare una gomma bucata o ricaricare le batterie… tutto questo può essere considerato inutile? È inutile aver rifatto da zero l’allestimento imparando a costruire i mobili, ottimizzare gli spazi, gestire l’energia disponibile? Per carità, i momenti di sconforto sono stati tanti… ma anche quelli di euforia, di soddisfazione personale, senza contare le “lezioni di vita” apprese strada facendo…
VIAGGI IN ITALIA E ALL’ESTERO: DA BOLOGNA AL CANADA
All’epoca avremmo forse fatto meglio a comprare un buon usato o un van nuovo di zecca (all’ultima fiera i prezzi partivano da 40.000 per allestimenti base). Saremmo andati più distanti? Non lo so. Certo avremmo viaggiato di più, ad esempio durante l’inverno (grosso limite di Ermanno è la mancanza di un sistema di riscaldamento adeguato). Di sicuro avremmo avuto più timori a lasciare il mezzo parcheggiato in giro, come quella volta a Napoli e dintorni, o come quell’altra per le campagne della Maremma, o durante il road trip in Slovenia. Un conto è lasciare lungo una via un camper puro di 40 anni che borbotta quando lo metti in moto, un conto è fare la stessa cosa con un Westfalia T6 del 2018 che hai pagato 50.000 e rotti euro. Un po’ più di ansia o di stress per fare manovra e non strisciare la preziosa fiancata ce l’avrei avuto. Considerando poi che Ermanno ci ha portati fino a Toronto (e ritorno), direi che di viaggi ne abbiamo fatti eccome!
LA PERSONALIZZAZIONE: ACCESSORI, LAVORI E FAI-DA-TE
Mettiamoci sul piatto anche l’aspetto della personalizzazione, che non è cosa da poco quando si tratta di un mezzo dove cucinare, dormire e a volte, nel mio caso, lavorare. La frase che più mi è rimasta impressa in proposito è quella di un elettricista: “sul mio camper che ha cinque anni non so neanche dove mettere le mani se succede qualcosa, quando avevo il 238 [il modello di Eramanno] facevo tutto”. Cosa intendeva dire? Che un camper “moderno” ha impianti elettrici e tecnologie così sofisticate che o fai l’allestitore di mestiere (e anche anche) oppure sei fregato. Io, se succede qualcosa, bene o male stacco e attacco un filo, aggiungo una presa di corrente, vado insomma al cuore del problema e intervengo. E poi, quando hai un allestimento grezzo, rustico come le case di una volta, ti fai meno problemi a caricare legna, mobili, accessori, materiali, ecc… vi immaginate caricare due quintali di tronchetti da ardere (così come abbiamo fatto la settimana scorsa) su un Renault Traffic ultimo modello allestito con finiture “di design”? Uhmmmmmmmmm….
PROGETTI IN CANTIERE: COSA FAREMO CON ERMANNO
I lavori su Ermanno, ad oggi, sono lungi dall’essere terminati. Ci sarebbe da rifare la carrozzeria, operazione delicata che può costare dai 6.000 ai 10.000 euro a seconda dell’officina a cui ci si rivolge. Ci sarebbe da rifare il motore, ormai spossato dopo tanta strada. Ci sarebbe da aggiungere un gancio traino e acquistare un carrellino appendice per espandere lo spazio disponibile. Insomma: la lista di interventi è ancora lunga, molto lunga. Continueremo il restauro? Ci accontenteremo del mezzo così com’è e tanti saluti? Torno alla posizione di partenza: non lo so, o meglio, so di non poterlo (e volerlo) sapere. Se c’è una cosa che mi ha insegnato il vecchio e bistrattato Ermanno, è prendere la vita con filosofia, giorno per giorno, senza fare programmi a lungo termine e senza preoccuparsi oltre il necessario. Oggi il mezzo è in gran spolvero e ci svegliamo a Toronto. Domani siamo di nuovo a piedi tra le colline di Bologna e tocca chiamare il carroattrezzi. In entrambi i casi vivremo una nuova avventura e, se siamo abbastanza lucidi, ne faremo tesoro: come tutte le avventure, sarà unica e irripetibile.
Comments
1 commentoMarco
Mar 14, 2018Condivido! Noi possediamo un VW California del 2000, che si chiama “Greenma”, da circa 15 mesi. L’abbiamo comprato con 370.000 km ed ora ne ha 396.000. Non abbiamo molto tempo per andare in giro, ma ogni uscita è pura gioia, e ormai ci dormiamo sopra almeno ogni sabato sera in cui lo usiamo, persino se è parcheggiato davanti a casa:-) E’ il nostro unico mezzo, e lo usiamo anche in città quando indispensabile. L’ho comprato a 13.000 euro, ci ho speso sopra per ora un altro paio di migliaia di euro, eppure continuiamo a progettare manutenzioni ed implementazioni (il pannello solare sarà il prossimo). Speriamo di arrivare a un milione di km e ad un milione di avventure:-), e chissà, di incontrare un giorno Ermanno per berci una birretta fresca:-)
Rob
Mar 15, 2018Ah ah grande, dormirci il sabato davanti casa è un must!! Credo che questi mezzi (camper o van) richiedano un gran lavoro di manutenzione e personalizzazione, quantomeno se abbiamo esigenze particolari. Poi chiaro, due pensionati si comprano il semintegrale nuovo di palla e non toccano nulla, ma chi è giovane, ha figli, cani e magari lavora anche ogni tanto nel mezzo, bè di implementazioni ne deve fare parecchie! Un milione di chilometri è un traguardo veramente ambizioso, te lo auguro di tutto cuore… e per la birretta fresca, quando vuoi fai un fischio 😉