Le difficoltà rafforzano la mente, come la fatica rafforza il corpo – Lucio Anneo Seneca
Quando si dice sottovalutare un compito. Decisamente sì: pensavo che rifare l’allestimento di Ermanno sarebbe stato faticoso, ma mai avrei immaginato potesse essere così faticoso. Le ore passate a carteggiare i pannelli di legno, passare l’impregnante, incollare sughero, svitare e avvitare bulloni, applicare fascette e tagliare tubi non si contano più… a questo si aggiungono gli errori commessi da chi – officine, ricambi auto, ecc – dovrebbe semplificarti la vita e invece te la complica (vedi le finestre del telo del tetto a soffietto, montate con la zip che si apriva dall’esterno invece che dall’interno). Ci è voluta tutta la mia forza di volontà per arrivare fino in fondo, con momenti che rasentavano la disperazione in cui avrei voluto mollare gli ormeggi e dire “basta, non ce la faccio più”.
In quei pochi metri quadri dentro Ermanno ho combattuto una lotta personale contro il tempo e contro me stesso. Tante volte ho pensato che avrei perduto, ma alla fine, per fortuna, la tenacia ha prevalso. Le cose di cui vado più fiero sono il mobile della cucina con il frigo trivalente Brunner estraibile, chiuso all’interno di una cornice perfettamente su misura. E poi il sughero che riveste ogni parete interna del mezzo, e soprattutto davanti dona all’insieme una bellezza straordinaria. Proprio la combinazione tra legno trattato con impregnanti trasparenti e il sughero compresso, rappresenta secondo me una scelta vincente sia dal punto di vista estetico sia per quanto riguarda robustezza e durata. Il confronto rispetto al mobilio precedente in legno blu plastificato la dice lunga…
PIU’ LUCE, PIU’ SPAZIO, MAGGIORE COMFORT E SICUREZZA
Gli obiettivi di questo restyling totale erano molteplici, e strada facendo se ne sono aggiunti altri. Il primo problema da risolvere era la sensazione di buio data dal colore blu scuro dell’allestimento originale. Come scritto nella parte 1° di questa vicenda, l’utilizzo di pannelli multistrato in abete bianco fenolico mi ha permesso di ottenere una luminosità migliore, merito anche dell’impregnante AURO trasparente per legno e della sua tonalità miele. Secondo obiettivo era aumentare lo spazio disponibile. Qui è bastato alzare la cassapanca e la cucina di 5 centimetri, non molto, ma sufficiente per ottenere più spazio anche sopra la bombola di GPL (area un tempo vuota e adesso adibita allo stoccaggio degli oscuranti termici). In fondo alla cassapanca ho sistemato una stufa elettrica di tipo “svedese”, la più compatta che esista in commercio (solo 3 centimetri di larghezza!), un accessorio niente male di cui vi parlerò in un post dedicato.
Per quanto riguarda il frigorifero, abbiamo optato per un trivalente Brunner a pozzetto, incassato sotto l’armadietto delle stoviglie in modo da occupare il minimo spazio indispensabile.
Un vano della cassapanca è stato invece dedicato per forza di cose alle batterie (due da 70 ampere/ora), alla centralina del pannello fotovoltaico, all’inverter da 600 Watt e al gestore iManager, in grado di controllare la ricarica delle batterie in sicurezza, pur se con tecnologie differenti. Qui si potrebbe aprire una parentesi infinita sull’opportunità o meno di collegare in parallelo secco le batterie: personalmente ho letto lunghe discussioni su forum di camperisti e come al solito sono arrivato alla fine con le idee più confuse di prima. Quindi, ho deciso di fare di testa mia e affidarmi a quella che ho ritenuto essere la soluzione tecnologica più performante sulla piazza.
IL PANNELLO FOTOVOLTAICO DA 220 WATT E LE STRIP LED
Come mi ha fatto notare l’amico Andrea di Van Family On The Road, in Canada la corrente elettrica viaggia a 110 volt. Questo avrebbe reso indispensabile dotarsi di un trasformatore per riportarla a 220. Ci voleva però anche un adattatore, perché la presa dello spinotto da campeggio sarebbe stata diversa… invece di complicarci la vita, ho deciso allora di passare al fotovoltaico e montare, a un mese dalla partenza, un robusto pannello da 220 Watt. Tanti, ma se inizi ad avere bisogno di una stufa o di un frigo, la riserva di energia finisce subito. E così, con il prezioso aiuto di Andrea Catanzaro (altra persona che ringrazio), è stato possibile dire addio al classico impianto e beneficiare di quell’immenso dono che è il sole.
Non restava che sistemare la questione luci. Avendo tolto per scelta le utenze (i motivi anche qui sono diversi: via i cavi, via le dispersioni, nessun rischio di lasciare una lampadina accesa e scaricare la batteria motore…), ho acquistato alcune plafoniere a batteria, e a queste ho aggiunto una strip LED da 3 metri fornita dall’ecommerce Mes Retail. Ora, con un clic, Ermanno viene illuminato al suo interno da una potente luce a bassissimo consumo (2 ampere scarsi), che valorizza ancora di più il sughero senza per questo pesare sulle batterie. Avrei voluto sistemare anche altri aspetti, perché lo spazio dentro un mezzo così piccolo è davvero risicato e le esigenze, con un bimbo di 2 anni come Sebastiano, sono tante. Sono in ogni caso soddisfatto del risultato finale: con soli 1.000 euro di spesa per i materiali, abbiamo ora tutto quello che serve per affrontare il Canada ad armi pari. Vedremo come andrà a finire!
Comments
1 commentoStefano
Set 4, 2018ciao, sto leggendo del vostro fantastico Ermanno , anche noi abbiamo un vecchio Fiat (Ducato del 1984) e siamo appena tornati dal primo viaggio (Olanda).
Inutile dire che ce ne siamo innamorati e vorremmo sistemarlo un po’, anche se l’allestimento secondo me è veramente ben fatto.
Magari qualcosa da rivedere c’è e anche come carrozzeria necessita qualche cura.
Nel capannone dove stava prima, per dirne una, gli son piovute addosso lastre di eternit..
In agosto avevo letto che anche voi dovevate metter mano alla carrozzeria. Avete già individuato una carrozzeria valida? Più in generale, sapete consigliarmi qualcuno che si prenda cura in modo professionale ed “amorevole” di questi mezzi e possa seguirmi e consigliarmi nel fare quel che veramente serve?
Io sono a Milano ma se ne vale la pena mi sposto, o meglio LO sposto
grazie Stefano
ROBERTO ZAMBON
Set 4, 2018Ciao Stefano, da quello che ho capito, per un restauro integrale (cioè per un lavoro di carrozzeria fatto bene) devi andare da chi ha un’officina dotata di forno, dove quindi il mezzo viene verniciato e poi la vernice “cotta”. L’unico serio che ho trovato in zona Bologna si chiama Carrozzeria Augusta, ma è chiaro che lavori di qualità si pagano e il preventivo per noi spaziava dai 6.000 ai 10.000 euro. Per un mezzo come un Ducato dell’84 penso sia anche più alto, dipende dalla superficie e dalle condizioni della carrozzeria. Sono certo che anche a Milano ci sia qualcuno in grado di aiutarti, consiglio mio è di andare da due o tre interlocutori e avere preventivi di spesa e dettagli sul servizio. Ti diranno che non ne vale la pena per un mezzo del genere, quindi sarai tu a dover decidere! In ogni caso, buona fortuna, se hai bisogno di consigli sono qui 😉