L’energia ci rende liberi ed è la verità assoluta – Carlos Castañeda
Con questo articolo vorrei offrire ai meno esperti un vero e proprio compendio sul tema dell’energia applicata ai viaggi on the road. Un articolo che vuole essere anche una guida verso la realizzazione di un camper completamente autonomo e indipendente (da colonnine del campeggio, da bombole del gas, e magari un giorno anche da distributori di benzina e gasolio). L’indipendenza e libertà tanto sbandierata su YouTube, che tuttavia tale non è nella misura in cui dobbiamo sempre tornare strisciando da un ferramenta o dal gestore di un’area sosta (con tutte le conseguenze che ne derivano). Non dipendere più da nessuno, se non dai propri sistemi di ricarica, che possiamo sostituire quando vogliamo noi, a costi che decidiamo noi di sostenere come ci pare e piace: è questo l’obiettivo che mi sono prefissato per il viaggio in Islanda e Nord Europa in programma l’anno prossimo.
Un obiettivo ambizioso, perché un conto è parcheggiare e accendere un generatore a combustibili fossili, un conto è cavarsela da soli con l’energia (elettrica) disponibile.Non basta prevedere un banco batterie sovradimensionato (nel nostro caso sarà un 10 kW/h di capacità nominale, rigorosamente al litio): la parte più difficile è ottimizzare i consumi e utilizzare sistemi di ricarica abbastanza efficienti. L’alternatore è uno di questi, ma non è l’unico, e non vorrei che nel nostro caso diventasse il principale. Ecco perché sto spendendo tempo, risorse e denaro nella ricerca di tutto ciò che potrebbe tornarci utile per gestire il fabbisogno energetico all’interno del camper, e arrivare al tanto agognato traguardo della completa autonomia. Le esigenze principale di cui dovremo tenere conto sono tre:
1) cottura del cibo
2) riscaldamento dell’acqua (tipicamente per la doccia)
3) riscaldamento del van
La partita si gioca tutta qui. Secondo i miei calcoli, per ora teorici, ma comunque basati su un test andato già a buon fine (il resoconto completo di questo fondamentale precedente lo trovate in questo articolo), il fabbisogno energetico massimo a cui dovremo puntare è di 4 kW/h ogni 24 ore. Ciò vuol dire avere due giorni pieni di autonomia in sosta libera, senza sole, senza vento e senza muoversi per usare l’alternatore. Al terzo giorno le batterie avrebbero ancora un 20% di carica, così da non essere troppo stressate (se vogliamo essere ecologici, dobbiamo essere innanzitutto parsimoniosi). A quel punto si ripartirebbe verso altre mete, o si potrebbe contare sul contributo del sole e del vento. Proviamo quindi a scendere nei dettagli e approfondire principi e applicazioni di un camper completamente autonomo.
Indice dei contenuti
REGOLA NUMERO 1: COIBENTAZIONE ELEVATA E FINESTRINI IN ACRILICO
Per arrivare alla piena autonomia, hai bisogno prima di tutto della massima coibentazione. Se il tuo camper o van è finestrato da ogni lato con vetri normali o se ha un paio di centimetri di polistirolo come materiale isolante (o entrambe le pecche), avrai per forza di cose ponti termici mostruosi. Questo è un aspetto che nel mondo dell’edilizia abbiamo finalmente compreso, vedi cappotto termico e finestre doppia o tripla camera, ormai lo standard.

Nel mondo camper piano piano presumo che la conclusione sarà la stessa: o ci decidiamo a isolare al meglio l’interno, oppure siamo destinati a soffrire il freddo, a meno di tenere il riscaldamento acceso tutta la notte e magari anche tutto il giorno (e consumare gasolio o gas, oltre che scaricare la batteria). Isolamento quindi: come? Nei corsi di camperizzazione e su YouTube propongo sempre la combinazione sughero e lana di pecora, materiali ecologici e con potere isolante fenomenale.
Potete ovviamente usare anche l’Armaflex, l’importante è non fermarsi a uno strato solo ma creare il classico sandwich di materiali alternati. Per capirci, il nostro pavimento è spesso 7 centimetri ed è formato da un primo strato di sughero da 2 cm, un secondo di lana di pecora da 4 centimetri e un terzo di listoni in legno da 1,5 cm. Sotto i listoni, pellicole riscaldanti a infrarossi a 12 volt e barriera di vapore, per un consumo in questo caso di 30 ah quando tutte le strisce sono accese.
Per quanto riguarda i finestrini, come mostrato ancora l’anno scorso in fase di restauro della carrozzeria ho optato per due marche tra le più note, ovvero Carbest e Dometic, entrambe in acrilico e non in vetro, ed entrambe doppia camera. Qui sotto un altro video in cui spiego la differenza tra normali finestrini e finestrini doppia camera in acrilico. Ribadisco che se la vostra intenzione è quella di avere un camper completamente autonomo, la coibentazione è fondamentale.
BATTERIE LIFEPO4: IL CUORE DELL’IMPIANTO ELETTRICO
Un camper completamente autonomo non può che essere un camper dotato di batterie al litio LiFePo4 di una certa capacità. Non bastano i classici 100 ah. Nel nostro caso, per esempio, ho previsto che il giusto compromesso fra peso, ingombro, costi e performance sia 700 ah, suddivisi in due batterie da 350 ah l’una. Non credo sia troppo, anzi: alimentare un piano cottura a induzione, una pentola elettrica, un sistema di riscaldamento a infrarossi (a breve vi parlerò anche di questo) e un pavimento a 12 volt richiede energia, parecchia energia. È la stessa sfida, fra virgolette, che sono chiamate ad affrontare le case moderne senza gas, con la differenza (sostanziale) di avere l’allaccio a Enel… cosa che in camper veramente autonomo non esiste. Le due batterie che useremo sono queste che vedete su Litio.store:

POWER STATION SUPPLEMENTARI (BLUETTI, ECOFLOW, ECC)
Fermarsi alle sole batterie dell’impianto potrebbe essere un limite. Non tanto per la capacità, quanto per la gestione delle fonti di ricarica. Se ad esempio ci troviamo vicino a un fiume e vogliamo sfruttare un paio di microturbine per produrre energia, allora spostare una batteria jolly potrebbe essere di aiuto. Per batteria jolly intendo una power station, e cioè un generatore a energia solare (il concetto è sempre quello). Tipo Bluetti, tipo Ecoflow, o tipo Goal Zero: su Facebook e Instagram avrete già visto se mi seguite proprio la Goal Zero Yeti 1400, un modello da 1,4 kW/h di capacità equivalente. La mia idea è quella di sfruttare questa batteria per spostarla quando serve e fare il pieno di energia, magari da un pannello pieghevole posizionato in un punto strategico. O dalle due microturbine idroelettriche Waterlily che sono riuscito per vie traverse a procurarmi su Ebay.
SISTEMI DI RICARICA: FISSI SUL CAMPER E MOBILI ALL’ESTERNO
Una delle chiavi di volta del progetto gas free (o camper completamente autonomo che dir si voglia) è la flessibilità. Non possiamo limitarci a ricoprire il tetto di pannelli solari (anche perché non abbiamo spazio). Quello che dobbiamo fare, al contrario, è cercare di trovare una configurazione più flessibile possibile, che ci consenta, soprattutto da fermi, di effettuare più ricariche da più fonti in contemporanea.
– Sole, grazie a pannelli flessibili fissi e pieghevoli (esterni)
– Vento, grazie a una turbina ad asse verticale da sollevare quando parcheggiamo e tira vento
– Acqua, grazie alle due microturbine idroelettriche Waterlily
Qundo il banco batterie principale sarà carico, potremo sfruttare l’energia in eccesso per ricarica anche le power station jolly. E viceversa: quando questa (o queste) saranno cariche, avremo energia a disposizione per alimentare pentola elettrica, phon e quant’altro. Funzionerà? Bella domanda…!
COSTI DI UN IMPIANTO ELETTRICO PER ESSERE AUTONOMI
In tutta onestà no, non vi consiglio di seguire la strada della totale autonomia. O meglio: seguitela se siete veramente convinti che vi convenga, ad esempio perché lavorate nel camper come fulltimer, o perché volete girare il mondo e ridurre i costi da qui ai prossimi 10-12 anni. Allora sì che potrebbe convenirvi. La mia scelta nasce come tentativo di fare scuola e smarcarmi una volta per tutte dai combustibili fossili, esclusi quelli impiegati per la trazione (anch’essa in ogni caso a basso impatto, visto che giriamo con un impianto benzina/GPL). I costi per arrivare a questo risultato e a questa configurazione sono/saranno:
– 4.200 euro per 2 batterie LiFePo4 di Litio.store da 350 ah l’una (entrambe a 12 volt), capacità totale 9 kW/h)
– 500 euro per DC DC Charger Sterling power da 70 ampere a 12 volt, un prodotto lanciato sul mercato proprio quest’anno (2022)
– 300 euro per 3 regolatori di carica della NDS dual, in grado di gestire ognuno due pannelli fotovoltaici in maniera indipendente
– 2.300 euro per 5 pannelli fotovoltaici della Solbian, serie SP, la migliore su mercato in questo momento, tot. 400 watt (0,4 Kw)
– 1.600 euro per 3 pannelli pieghevoli bifacciali Ecoflow da 220 + 115 watt l’uno (totale altri 900 watt circa, 0,9 Kw)
– 800 euro per la stazione Goal Zero Yeti 1400 watt (1,4 Kw) già in mio possesso, usata di seconda mano
– 2.200 euro per la turbina eolica ad asse verticale Leading Edge da 200 watt (0,2 Kw)
– 400 euro per due microturbine idroelettriche modello Waterlily da 20 watt l’una (0,02 Kw), entrambe usate e già in mio possesso
TOTALE 12.300 euro
Questo è quello che in parte ho già speso e in parte prevedo di spendere da qui al prossimo anno. E bisogna notare che Ermanno è un camper di piccola taglia… fate un po’ voi se avete un mansardato di 6-7 metri da gestire. L’autonomia totale, in definitiva, non è utopia. Va però ponderata bene, perché i costi e l’investimento iniziale sono notevoli. Certo: la soddisfazione di dire “sono autonomo al 100%” (per davvero), bè, quella non ha prezzo. Buona fortuna, e come direbbero in Canada: drive safely.