La più grande minaccia al nostro pianeta è la convinzione che lo salverà qualcun altro – Robert Swan
Ormai siamo al giro di boa: da quasi un anno ci siamo trasferiti nella nostra nuova casa in legno, paglia e terra cruda e penso sia giunto il momento di stilare un primo bilancio. Un proposito che mi ero ripromesso dopo l’avventura in Islanda è appunto quello di continuare a raccontare i nostri viaggi, dedicando però al tempo stesso una rubrica anche al progetto di vita offgrid e gas free che abbiamo intrapreso (e che dovrebbe concretizzarsi quando riusciremo a staccarci anche da Enel/èNostra). Così ho già fatto nel canale YouTube, pubblicando qualche video per raccontare alcuni aspetti della casa. Un articolo sul blog e forse qualche altro post in futuro è però doveroso, anche perché è da questo blog che è nata la voglia di parlare del nostro stile di vita. Dopo 11 mesi quindi mi è venuta voglia di condividere qualche considerazione a freddo sulla casa in paglia che abbiamo deciso di costruire in provincia di Bologna. Come si vive in questo ambiente? È davvero possibile fare a meno del riscaldamento in inverno? Quali sono le differenze con una casa in legno?
Difficile rispondere in maniera esaustiva a tutte le domande che ruotano intorno a una casa in paglia. Ci sono tante questioni che ancora devo comprendere io per primo, ad esempio in merito alla climatizzazione in estate (questa è stata la nostra prima estate e per fortuna l’abbiamo passata al fresco). Per contro posso però già tirare le somme riguardo al riscaldamento durante i mesi più freddi, ovvero da dicembre a febbraio. O sul piacere dato dalla vista delle pareti in legno o in argilla (terra cruda), un piacere visivo ma anche tattile. Ci sono poi aspetti che esulano la casa in paglia in sé e per sé, come l’impianto di filtrazione dell’acqua piovana, che tuttavia sarebbe bello trattare in appositi video e articoli, anche solo per diffondere informazioni che potrebbero tornare utili ad altri. Insomma, punti di forza e incognite ce ne sono: cominciamo dai primi.
Indice dei contenuti
RISCALDAMENTO QUASI AZZERATO ANCHE IN PIENO INVERNO
Come si evince dalla foto in copertina, la nostra casa è divisa in due unità, una più grande dove ci trasferiremo a vivere a breve, e una più piccola dove abbiamo vissuto per quasi un anno, inverno compreso. La grande ha una vetrata ampia che funge da serra bioclimatica e permette di aumentare il calore grazie all’irraggiamento solare, la piccola ha una vetrata simile, sotto forma di portafinestra, ma con la stessa funzione. Entrambe le vetrate sono esposte a sud e questo ci ha consentito di sfruttare i tepidi raggi del sole che battono con la giusta angolazione in inverno. Il risultato, combinato allo spessore delle mura, è stata una temperatura interna che – solo nei giorni in cui c’era la neve – è scesa a 16 gradi, attestandosi su una media di 18-19 gradi, fino a 20-22 nelle mattine e pomeriggi di sole più intenso, questo SENZA ALCUN RISCALDAMENTO ACCESO. C’è da aggiungere in proposito che il calore percepito dentro una casa in bioedilizia non è paragonabile a quello di una casa in muratura riscaldata con termosifoni. Se dentro casa nostra ci sono i fatidici 18-19 gradi, si sta benissimo anche lavorando da fermi con calzini di lana e abbigliamento adeguato all’inverno e per l’appunto senza bisogno di accendere pompa di calore o stufa ad accumulo.
Per tutto l’inverno non abbiamo quasi mai avuto bisogno di scaldarci: nella casa piccola il riscaldamento si è limitato a un semplice radiatore elettrico da 1500 watt di potenza, acceso sì e no per un totale di 10-15 giorni tra gennaio e febbraio. Non avendo il gas nemmeno per cucinare (la decisione di non allacciarsi al gas è stata provvidenziale, visto quanto successo in Ucraina), la spesa per la corrente è stata minima, merito anche dei pannelli fotovoltaici e delle batterie di accumulo Bluetti collegate in fai-da-te. Considerate che nel momento di maggiore consumo, fra piano induzione, radiatore, strumenti del cantiere, elettrodomestici, ricarica della moto elettrica e ricarica dell’auto elettrica abbiamo speso circa 400 euro in 2 mesi, un risultato decisamente allettante, perché vuol dire avere incluso in questo costo anche il carburante (l’equivalente di quella che per noi era la benzina, o meglio il diesel, all’epoca del Fiat Scudo).
LA DIFFERENZA FRA CASA “ECOLOGICA” E CASA IN LEGNO E PAGLIA
A tutto ciò si aggiunge la consapevolezza di un impatto minimo sul pianeta. Come scrive bene l’architetto Michele Ricci nel suo articolo Cosa vuol dire casa ecologica, i materiali usati per le case tradizionali, comprese anche le case in legno, includono alcuni prodotti non proprio sostenibili, fra cui:
- la lana di roccia;
- il cartongesso;
- l’OSB (Oriented Strand Board), che altro non è se non l’insieme di scarti di legno pressati e assemblati con la colla per costruire i pannelli;
- pannelli in cemento
- le vernici acriliche;
- le colle e le rasanti derivate dal petrolio
Prendiamo per esempio la lana di roccia. Vero, come suggerisce il nome stesso si tratta di un derivato della roccia naturale…
peccato che – come scrive sempre Michele Ricci nello stesso articolo – richieda un imponente dispendio energetico, con relativo impatto negativo sull’ambiente, sia durante la sua fase di produzione che in quella di smaltimento alla fine del suo ciclo vitale.
La casa in paglia è una casa veramente ecologica, nella quale la stragrande maggioranza dei materiali, con pochissime eccezioni come le schiume isolanti, è riciclabile e naturale al 100%. Attenzione però: per progettare BENE una casa del genere bisogna affidarsi a professionisti esperti e competenti, non certo ad aziende che promettono “case ecologiche” solo perché realizzate in legno!
ANGOLI MORBIDI E SUPERFICI MATERICHE GRAZIE ALLA PAGLIA
Un altro aspetto che apprezzo e che è il risultato dell’abbinamento fra paglia e terra cruda sono gli angoli morbidi dei muri e le superfici dall’aspetto materico. Nel momento in cui si entra in casa si ha l’impressione di essere accolti in un luogo intimo e famigliare, sensazione che in precedenza avevo provato solo nelle baite di montagna con il camino acceso. Per carità, non è nulla di prioritario nella vita, ma è pur sempre qualcosa di bello anche perché quotidiano: una piccola carezza per lo sguardo e per il cuore, che si può avere semplicemente voltandosi o toccando le pareti. Pareti che, grazie alla paglia, non sono più gelide come i mattoni tradizionali che si usano nelle case in cemento. E quindi, con una temperatura superiore e un contenuto di umidità pari a zero, evitando anche la formazione di muffa nella stagione fredda.
IN QUANTO TEMPO SI RIPAGA UNA CASA IN PAGLIA?
La domanda più ricorrente quando parlo della nostra casa con qualcuno verte sui costi. Il budget è stato senz’altro elevato, ma questo più che essere dovuto alla casa in sé e per sé è la conseguenza di normative, obblighi di legge e soluzioni che abbiamo scelto (dalla vasca di fitodepurazione per gli scarichi delle acque grigie e nere alla cisterna per la raccolta di acqua piovana). Difficile quindi fare una stima dei costi esatti, perché dipende da quello che vogliamo o non vogliamo considerare nel piatto.
La spesa è stata ingente, su questo non c’è dubbio, è chiaro però che nel nostro caso si tratta di un investimento: con una casa così ben isolata,e avendo un bosco intorno e una stufa a legna, potremmo pensare di riuscire un giorno a vivere senza bollette, in particolare se troviamo la quadra con l’autoproduzione di energia elettrica. In più abbiamo in programma corsi di formazione e accoglienza di ospiti sia in tenda che in camper che nella casa piccola. Il che potrebbe significare un risparmio di almeno due o tremila euro l’anno fra luce e gas e un guadagno potenziale di qualche migliaio i euro. Nei prossimi quarant’anni fa una bella somma…!
IL PROGETTO DI APRIRE UN PICCOLO B&B PER I TURISTI
E adesso che la casa è quasi finita? La nostra idea, come scritto sopra, è quella di aprire presto un B&B, trasformando la casa piccola in alloggio per gli ospiti. Del resto il pallino lo abbiamo sempre avuto e adesso abbiamo per le mani il posto perfetto per accogliere gente da tutto il mondo (sperando siano persone che condividono le stesse vedute, perché la strada di accesso è quella che è, e in parte gli esterni sono ancora da sistemare). Penso quindi che pubblicheremo l’annuncio della casa piccola a stretto giro, per un primo test nei mesi di novembre e dicembre.
Chi fosse interessato può trovarci su vari portali alternativi ad Airbnb: per il momento siamo presenti su Garden Sharing, con un annuncio rivolto a chi percorre la via Mater Dei (che passa proprio davanti a casa nostra) e vuole fermarsi a dormire in tenda fuori nel giardino, ma anche su Casenellanatura e su Fairbnb per l’appartamento piccolo.