Basterebbe una passeggiata in mezzo alla natura, fermarsi un momento ad ascoltare, spogliarsi del superfluo e comprendere che non occorre poi molto per vivere bene – Mario Rigoni Stern
Erano mesi, forse anni, che mi ero ripromesso di raggiungere il famoso Lago Scaffaiolo all’interno del parco regionale del Corno alle Scale. L’idea era sempre stata di compiere questa piccola impresa in pieno inverno, con le ciaspole ai piedi. Fortuna ha voluto che a metà gennaio avesse nevicato, e così, proprio la notte dopo l’arrivo della fatidica neve, si è presentata l’occasione di partire e inerpicarmi per il sentiero che conduce a una delle mete più gettonate del Corno alle Scale: il Rifugio Duca degli Abruzzi con il vicino Lago Scaffaiolo. Diciamo subito che il percorso è quanto di più semplice possiate immaginare. Certo, non è dritto né troppo segnalato, ma se siete abituati come me ai percorsi delle Alpi, questo del Corno alle Scala non vi darà certo del filo da torcere, anzi. Eccovi un breve riepilogo dei dati salienti, poi vedremo meglio nel dettaglio le istruzioni per andare e tornare.
– Punto di partenza: Strada Provinciale Del Cavone Parking (gratuito)
– Durata della ciaspolata: 2 ore senza fermarsi, 4 ore a prendervela comoda
– Livello difficoltà: bassa
– Adatto ai bambini: direi dai 4 anni in su, solo se buoni camminatori, altrimenti zaino porta-bambini in spalla (no passeggino)
– Dove mangiare: pranzo al sacco oppure Rifugio Duca degli Abruzzi
IL GIRO AD ANELLO CON LE CIASPOLE (O A PIEDI)
Per questa ciaspolata si parte dal parcheggio ai piedi della seggiovia del Corno alle Scale. Impossibile sbagliare: arrivati a Lizzano seguite la strada provinciale del Cavone (SP 71), senza mai deviare, fino a giungere a quello che viene denominato, con un po’ di prosopopea, il “comprensorio” del Corno alle Scale. Come da titolo del post, questa è ovviamente la strada più breve se provenite come me dal versante emiliano. Una ciaspolata speculare è quella del versante toscano, ma qui non ho sufficiente esperienza per espormi, quindi le informazioni che leggerete – ricordatelo bene – sono valide per chi parte appunto dal “Cavone parking”.
Il giro ad anello, in quanto tale, può essere affrontato in senso orario oppure in senso antiorario. Nel primo caso dovete prendere alla vostra sinistra la pista da sci (ok, contromano, ma solo per una decina di metri) e svoltare subito a destra in corrispondenza dell’indicazione Alta via dei parchi, come da cartello fotografato nell’immagine sotto.
Se invece, come ho fatto io, tirate dritto dal parcheggio verso la seggiovia alla base del comprensorio (non quella a destra del parcheggio stesso lungo la strada), significa che vi apprestate a fare il giro in senso antiorario, risalendo di conseguenza la metà di anello più ripida ma secondo me anche più bella. Considerando che ho affrontato la ciaspolata la mattina dopo una nevicata di 20 cm trovandomi in compagnia di almeno tre o quattro gruppi e gruppetti, non dovreste faticare a riconoscere le tracce e identificare il percorso. Se così non fosse, scaricatevi l’applicazione Wikiloc, una delle migliori che abbia mai provato per il trekking, le ciaspole e le camminate.
La difficoltà maggiore sta proprio nel percorso: è vero che ci sono segnali (anche se non moltissimi) e persone che vanno e vengono (dipende dai giorni) ma se succede come al sottoscritto di imbattervi in foschia e nuvole a bassa quota, la faccenda si complica. Tanto per darvi un’idea, questa nella foto sotto è la visibilità che potreste avere nella mia stessa situazione. Togliete le persone e capite che ci sono buone possibilità di perdere non tanto se stessi quanto la strada.
Detto ciò, il percorso vi porterà in breve tempo (diciamo un’ora senza andare troppo di fretta) nei pressi del piccolo Lago Scaffaiolo. Nei pressi perché in pieno inverno questo laghetto ghiaccia e se nevica, bè, scompare del tutto alla vista. In ogni caso il Rifugio Duca degli Abruzzi è a poca distanza, quindi raggiunto il laghetto basta salire ancora qualche minuto e sarete a destinazione!
A questo punto, dopo un lauto pasto, non vi resta che scendere per il sentiero che si intravede sul lato sinistro del rifugio (sinistro guardando a monte, destro guardando a valle). Anche qui l’ostacolo principale potrebbe essere la visibilità pessima, nel caso fate come me: procedete a intuito fino a scorgere in lontananza la seggiovia sotto al rifugio, e da lì puntate dritto, in pochi minuti incrocerete senz’altro il sentiero battuto che vi riporterà alla stazione d’arrivo dell’impianto.
Il passaggio successivo farebbe inorridire qualunque alpinista esperto, ma tant’è: dalla stazione d’arrivo bisogna infatti condividere un pezzo di 200-300 metri con la pista da sci. Noi che abbiamo incrociato un carabiniere in motoslitta ci siamo pure presi parole perché dovevamo stare di lato, e in effetti come dargli torto visto che non c’era lo straccio di un cartello… Ad ogni modo il rifugio che raggiungerete sarà questo in foto sotto, dal nome suggestivo “Le Malghe”.
Ultimo elemento significativo proseguendo lungo il percorso della ciaspolata è il ponte in muratura che vi permette di attraversare il torrente di cui ignoro il nome, ma che indica che siete ormai in dirittura d’arrivo (o poco oltre la partenza, a seconda del senso di marcia). Da qui in poi ho tolto le ciaspole perché si poteva andare senza problemi anche a piedi con gli scarponi.
Vi ricongiungerete ora al pezzetto di pista da sci e svoltando a sinistra sarete di nuovo al parcheggio. Facile no? Buon divertimento, e se avete domande… fatevi sotto!