I padri tuoi che sembrano studenti un po’ invecchiati non hanno mai creduto nel mito del mestiere del padre e nella loro autorità – Giorgio Gaber
Ed eccomi qui, a scrivere di cosa vuol dire (secondo me) diventare padre oggi, sorpreso io stesso a ragione su un argomento che fino a qualche anno fa non mi avrebbe detto nulla più di una tavola apparecchiata o di un parcheggio pieno di macchine al supermercato. Le cose nel frattempo sono cambiate: senza rendermene conto – è così per tutti, immagino – Sebastiano ha cominciato prima a gattonare, poi a stare in piedi e ora a camminare. Diavolo, l’altro giorno eravamo in ospedale pronti a tutti, e ora Sebastiano cammina! 15 mesi di scoperte e avventure nel ruolo di papà, un ruolo che ha cambiato ogni priorità e che ha stravolto le mie vecchie abitudini.
Già, le abitudini. Dure a morire, ma quando nasce un figlio e si diventa papà nulla sarà più come prima, ve lo posso assicurare. Praticare molto sport, andare al cinema almeno un paio di volte al mese, leggere tanti libri anche durante il giorno… Erano queste le mie abitudini preferite. La nascita di Sebastiano è stata un colpo di spugna che ha rimescolato le carte sul tavolo, costringendomi a svariate rinunce. Pagherei oro per passare una serata con la mamma in un cinema all’aperto o un pomeriggio a perdermi in una libreria, e invece no, in cima alla lista c’è il piccolino ed è giusto così. Bisogna lavorare e “portare il pane a casa”, espressione di cui solo ora capisco il vero significato. Sì perché se avevate il vostro appuntamento fisso con gli amici il venerdì sera, o se come me amate pescare, bè, vi avviso: sul podio sta per salire qualcun altro!
Quando nascerà vostro figlio dovrete decidere se dedicare il tempo libero (poco, pochissimo) a voi stessi e al vostro svago o alla famiglia, la stessa che avevate sempre guardato con diffidenza, o addirittura disprezzo, magari in adolescenza, e di cui ora siete RESPONSABILI. Sono scelte che vanno fatte ogni giorno, spesso con il senso di colpa per una concessione di troppo che poi ci ripromettiamo di compensare, approfittando dell’infinita disponibilità della mamma, in un incastro paziente e delicato da cui dipende la serenità di tutti, bimbo compreso. Diventare papà al giorno d’oggi vuol dire sapersi districare tra mille incombenze senza mai abbattersi, a costo di quegli stessi sacrifici che nel bene o nel male, in buona o in cattiva fede, hanno compiuto i nostri padri, e i padri dei nostri padri, e i padri dei padri dei nostri padri… e così via, in sæcula sæculorum.
2 TIPI DI PAPA’: IL LIBERO PROFESSIONISTA E IL DIPENDENTE
Parlando di un argomento così profondo come la paternità pare brutto soffermarsi su dettagli materiali. Tuttavia questo post vuole raccontarvi solo il mio punto di vista e il mio punto di vista (relativo, opinabile, contingente, parziale come tutti i punti di vista) è che sia molto importante distinguere tra due grandi gruppi di padri, i papà liberi professionisti che hanno la possibilità di stare accanto alla mamma e al bimbo e condividere gran parte del tempo insieme, e i papà dipendenti che, come è stato per mio padre, li vedi partire la mattina e li vedi tornare la sera, e ci impieghi tutta una vita per capirli, perché in fondo – per tanti anni – non hai mai avuto occasione di conoscerli davvero. Ecco, non so voi, io ho la fortuna, non saprei come altro chiamarla, di vivere momento dopo momento questi attimi preziosi e potermi prendere il lusso di accompagnare Sebastiano all’asilo (e già che ci sono registrare il podcast “on the road” padre-figlio), o andare la parco con lui un giorno a caso, o uscire per una passeggiata quando la mamma è stanca.
D’altra parte non ho ferie pagate, e se un domani mi succede qualcosa rischio – pardon, rischiamo – di non avere nessuna forma di assistenza se non quella dello stato (provate a cercare di quante agevolazioni godono i dipendenti di Luxottica o di tante altre aziende e capirete cosa intendo). Anche questi sono pesi che vanno messi sul piatto della bilancia e se uno mi chiede cosa vuol dire diventare padre io gli dico dimmi prima cosa fai nella vita. C’è anche chi, cogliendo la palla al balzo, decide per un cambio radicale, cercandosi un nuovo lavoro o mettendosi in proprio. Sappiate che in tutti i casi non è facile e non sarò io a dirvi di fare una scelta piuttosto che l’altra. Fidatevi solo del vostro istinto e provate a orientarvi su quello che sentite (non ritenete) come la soluzione migliore per voi e, in seconda battuta, per la vostra famiglia.
QUANDO SI DIVENTA PAPA’ SI TORNA A ESSERE UN PO’ BAMBINI
Fin qui mi sono forse concentrato solo sulle fatiche e sui doveri. Ma sappiate che ogni sforzo, quando diventerete papà, tornerà indietro moltiplicato per cento. No, non come quando il vostro cane vi riporta il bastone! Tanti, troppi, hanno rinunciato ai figli in favore di un cane, perché è più comodo, perché ci vogliono meno soldi, perché un po’ è la stessa cosa… per Dio, non è la stessa cosa! È infinitamente più divertente, più entusiasmante, più stimolante avere a che fare con un frugoletto carico di energie. Non si tratta solo di cambiare il pannolino, dargli la pappa o portarlo nel carrellino bici per bambini. Avete una piccola mano che si stringe al vostro indice e due occhi pieni di luce che vi guardano estasiati, fiduciosi, raggianti. Vi sentite amati come non vi era mai capitato, nemmeno nelle cotte più brutali della vostra infanzia perché solo un bimbo vi può amare in quel modo speciale e infinito.
E poi preparatevi, ma questo forse lo sapete già: quando si diventa papà si torna a essere un po’ bambini. Anche se girate parte del vostro tempo in giacca e cravatta, finirete su un altalena a dondolarvi con il bimbo tra le braccia, sudati e contenti, rimarrete le ore a spostare piccoli e insignificanti sassolini da un secchiello all’altro perché a lui piace così e che ne sapete voi se sia giusto o sbagliato (basta morale, mettetela da parte una volta tanto!), oppure vi accorgerete di quanto è bello cullare un corpicino di pochi chili di peso che si addormenta tranquillo fra le vostre braccia, e vi fa venire i nervi perché appena lo mettete giù si sveglia, va bene, ma è pur sempre l’immagine della beatitudine in terra… E quell’immagine l’avete creata voi. Ecco, mettete insieme tutte queste cose e avrete una vaga idea di cosa significa diventare papà oggi.
Buona avventura e buon divertimento!
Comments
1 commentobek
Ago 8, 2016Quale miglior argomento su cui commentare se non questo visto che stiamo vivendo la stessa esperienza vecchio mio…. c’è poco da aggiungere a quello che hai raccontato qui sopra .Sto vivendo sicuramente la pagina più “faticosa” ma più bella della mia vita ,e non c’è cosa che ci arricchisce e ci rende più saggi delle nuove esperienze quindi al momento giusto saremo noi che dovremo ringraziare loro che ci stanno trasformando in persone migliori .
Quindi grazie Sebone e grazie Gioele.
Ti lascio in stile “ermannoblog”…
“Mentre noi cerchiamo di insegnare ai nostri figli tutto della loro vita, loro ci insegnano che cosa conta davvero nella vita.”
Rob
Ago 8, 2016Vero, se abbiamo l’occasione di toglierci un po’ di muffa di dosso lo dobbiamo a loro e ai guai che combinano, a volte si sente dire “la gioia più grande”, credo sia proprio così, non c’è felicità maggiore di avere un figlio. A presto e dai un bacio Gioele.
Ps: non so chi sia l’Angela Schwindt della citazione ma ha ragione da vendere! 🙂
Gianluca Crevenna
Mag 10, 2021Recentemente sono diventato padre per la prima volta. Molti amici mi hanno detto che è una cosa meravigliosa, ma devo dire che è una cosa assolutamente incredibile. Mi sono preparato mentre la mia ragazza era incinta con libri per padri in attesa per sapere il più possibile. Penso che sia ora che anche i padri si preoccupino sempre di più dei bambini e dell’educazione.
ROBERTO ZAMBON
Mag 17, 2021Accetto il commento ma elimino il link, se vuoi diventare un padre migliore comincia a evitare di promuovere affiliazioni Amazon: https://youtu.be/h2rzRMYmhBg