L’idrogeno è l’elemento più semplice dell’universo, il più leggero e, quando viene utilizzato, emette due soli sottoprodotti: acqua e calore – Jeremy Rifkin
Come sapete, e se non lo sapete lo scoprirete leggendo questo articolo, è ormai da tempo che seguo l’evoluzione delle tecnologie per la produzione di energia elettrica in camper. Molto è cambiato da quando scrissi i primi articoli nel 2017-2018, appassionandomi al tema. Le batterie LiFePo4 si sono confermate come il game changer che avevo previsto, e non solo nel mondo camper. Ma la ricerca non si ferma e ogni tanto compare qualche novità interessante sul mercato, non necessariamente già disponibile per noi viaggiatori, ma un domani, chissà… La consapevolezza è sempre la stessa di una volta: la produzione di energia pulita è difficile, ma lo stoccaggio non è da meno. Ho capito infatti, nel mio incessante gioco di esperimenti fai-da-te, che il problema non è soltanto quello di ricavare energia dal sole e dal vento (oltre che dall’alternatore, meno ecologico). Perché oltre alla produzione c’è anche un’altra questione di pari importanza: dove accumulo l’energia prodotta in eccesso? Nelle batterie al litio, diranno i miei piccoli lettori.
No, miei cari ragazzi. O meglio: non solo. Le batterie al litio, per quanto performanti e affidabili, non offrono una capienza adeguata. Non in ottica di minimo ingombro e massima resa. E più nello specifico, non in ottica di eliminare completamente il gas dal camper. Potete arrivare, come farò io a pieno regime, a circa 10-12 kW/h di energia disponibile, ma questo mi sembra il limite fra beneficio e prezzo da pagare (prezzo economico, prezzo ambientale, prezzo politico e sociale). Potete fregarvene dei soldi e del pianeta e spingervi a 20 kW/h, l’energia stivata in un banco batteria motore di una normale auto elettrica. Ma 20 kW/h, vi assicuro, finiscono anche loro, per non parlare dello spazio richiesto e della massa complessiva. Pare insomma che il litio abbia i suoi (s)porchi limiti, tanto nel settore civile quanto, a maggior ragione, in ambito camper. E allora perché non immaginare un generatore di idrogeno per camper? In fondo sembra una soluzione facile: energia “potenziale” a volontà, stivata e pronta per essere riconvertita in energia “reale”. Non fosse che…
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ANCORA TROPPI LIMITI, SPECIE IN UN CAMPER (O VAN)
Lasciando da parte la baggianata della pulizia del motore con l’idrogeno, argomento di cui non voglio occuparmi e che non ha nulla a che vedere con un teorico (quanto allo stato dell’arte inesistente) generatore di idrogeno, vediamo quali sono i limiti di un possibile sistema di stoccaggio dell’energia pulita che potremmo sfruttare – sempre in linea teorica – per andare oltre le capacità delle nostre sempre più capienti batterie LiFePo4.
– l’elettrolisi alcalina (dell’idrogeno) lascia a desiderare: nel senso che il metodo più valido, ad oggi, per produrre energia, è appunto l’elettrolisi, un processo che tuttavia applicato all’idrogeno risulta piuttosto complesso e poco scalabile (costi elevati, macchinari enormi, ecc).
– serve acqua: perché l’unica materia prima di partenza, a parte l’energia, è appunto l’acqua, e nella fattispecie le molecole di acqua. Dunque serve spazio per un serbatoio, sia in impianti industriali, i primi che iniziano a comparire qua e là, sia in futuro in impianti domestici (e vedremo quale nel prossimo paragrafo).
– alta infiammabilità: avete presente il Sole? Ecco, la combustione di quell’enorme palla di fuoco avviene grazie anche a dosi massicce di idrogeno, che lì abbondano, ma che in natura, nel ricco e florido pianeta terra, praticamente non esistono (anche perché se esistessero ci sarebbero già pozzi di idrogeno in ogni dove, tanto per cambiare)
Figuriamoci già superare questi limiti nella cellula di un camper. Con un banale generatore. Cose che in un video Youtube farebbero gridare al complotto, e che terremo quindi per noi a beneficio dei posteri, come già accaduto in tempi non sospetti con le batterie al litio (chi non ricorda un certo Gabriele…?).
E POI ARRIVA LAVO™, IL PRIMO VERO GENERATORE A IDROGENO
E mentre sono lì che guardo l’ennesimo video di restauro con sistemi di riscaldamento che risalgono al 1950… Boom. Chi ti becco che ha brevettato e messo in commercio (sì sì, quel commercio) il primo “sistema di accumulo domestico a idrogeno”? Il nome non vi dirà nulla, perché tanto in Italia queste notizie passano abbastanza in sordina. Ma direi che vale la pena segnarselo comunque: l’azienda si chiama LAVO™, è australiana e vende già oggi (in realtà da circa un anno), il suo omonimo prodotto, un qualcosa di veramente figo e veramente nuovo per noi e per tutto il resto del pianeta che – mi auguro – si sveglierà dal letargo dei combustibili fossili e plauderà, ancora una volta, all’ingegno umano.
Queste le perfomance salienti:
- Capacità utilizzabile 40 kWh (dato che va confrontato con lo spazio esiguo occupato…)
- Potere reale 5 kW (carica e scarica)
- Voltaggio nominale 48 V DC
- Garanzia idrogeno 10 anni
- Vita massima idrogeno 30 anni
Grande e pesante come un camper? Tutt’altro…
- Dimensioni(AxPxL) 1680 x 1240 x 400 mm
- Peso 196 kg (l’equivalente di 4 batterie al litio da 200 ah a 48 volt?)
- Contenitori idrogeno 4 recipienti a 35 bar di pressione
- Peso contenitori 32 kg
- Peso totale installazione (con supporti e acqua) 324 kg
Questo, ad oggi, è ciò che più si avvicina a un generatore a idrogeno per stivare l’energia prodotta in un camper di grosse dimensioni (i pullman o gli UNIMOG da qualche centinaio di migliaio di euro per intenderci). Con tutte le incognite di una poco probabile installazione su un mezzo in movimento (vibrazioni, ipotesi incidenti e così via). E con un prezzo, scusate se infierisco, di soli 28.590.
Dicasi alto mare…
CONCLUSIONI: ASPETTIAMO ANCORA, E INTANTO USIAMO LE LIFEPO4
Qualcuno, in maniera bonaria, dirà “Embè, fattelo sponsorizzare sto Lavo!”. Al che risponderei “Ma anche e no” (vi pare che obbligherei il povero Ermanno a trainarsi un affare del genere sul carrellino?). Come dicevo al corso di camperizzazione, a cui seguirà il prossimo corso di batterie al litio LiFePo4 il 15 maggio, esistono tecnologie sperimentali (come l’energia cinetica dai passi), tecnologie mature e commerciali (come le batterie al litio) e infine tecnologie disponibili ma solo su applicazioni molto particolari (la Levo per case di persone con un certo conto in banca, o in futuro per yacht di lusso e camion camperizzati). Per il momento dunque dobbiamo scendere dal pero e imparare che di energia possiamo averne in abbondanza lo stesso, il vero problema (oltre allo storage, che possiamo anche mettere in secondo piano) è e rimane lo spreco dei nostri moderni camper (scarsa coibentazione, finestre in vetro e non in acrilico doppia camera, ecc ecc…) e ancor più del nostro stile di vita. Ma questa è una storia che ancora sto scrivendo e che vi racconterò, strada facendo, da qui all’Islanda.