Nonostante le condizioni scarsamente allettanti, v’è chi ci vive, lassù; non solo, ma per giunta ci si trova bene – Hendrik Willem van Loon
D’ora in avanti, come è facile intuire, ci aspettano mesi di preparativi e forsennate ricerche di informazioni. L’obiettivo è infatti quello di girare l’Islanda in van per una ventina di giorni circa, dopo essere stati in Svezia e Norvegia (se arriviamo a Capo Nord bene, altrimenti bene lo stesso). La domanda che ci ha già rivolto qualcuno, e che ci stiamo ponendo anche noi, è come faremo. Come faremo e soprattutto quanto spenderemo? Non voglio essere troppo ottimista e considerare l’isola come un regno fatato: non lo è. L’Islanda potrebbe risultare molto insidiosa per il nostro piccolo van del 1980. Lasciamo perdere per un momento la questione dell’inquinamento legata al motore (temo che a breve arriveranno restrizioni tali da vietare l’ingresso agli euro pre-5, ma è una mia teoria). Consideriamo anche solo le strade… avete presente come è fatta una strada “secondaria” in Islanda?
Non parlo delle famigerate strade “F”, riservate, per legge, ai mezzi 4 x 4 (che comunque nel totale non superano il 10-15% di strade, pare). Parlo di tutto il tratto a nord est della Ring Road, la strada ad anello che percorre il paese. Quel tratto non è asfaltato, tanto per capirci. Ecco, iniziamo da questa considerazione. Possiamo davvero pensare di cavarcela con quattro ammortizzatori degli anni ’80? Perché ad oggi è questo che monta il nostro van: ammortizzatori d’anteguerra e fogli di balestra piuttosto attempati. Basteranno? Nel dubbio direi che non vale la pena rischiare. Motivo per cui una risposta al come faremo sarà: “lavorando sull’assetto del mezzo, per alzarlo di una decina di centimetri e migliorare la sicurezza di guida”. Ma non è tutto, ovviamente.
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UN MOTORE E UN CAMBIO DI RISERVA PRONTI DA SPEDIRE
Qualcuno di voi mi ha già scritto che è pronto per unirsi al viaggio. Vi ringrazio della fiducia, ma dovete prima di tutto domandarvi se il vostro mezzo sarebbe in grado di affrontare i 12.000 e passa km fra andata e ritorno che ci separano dalla meta. 2-3.000 in più di quanto abbiamo percorso per andare e tornare da Bologna a Toronto nel 2017, con lo stesso mezzo (qui il film Road to Canada dedicato a quell’impresa). Sono fiducioso, ma mi sento decisamente più tranquillo sapendo che ho un motore e un cambio imballati in una cassa e pronti per essere spediti in caso di bisogno nell’officina più vicina. Chiaro che con noi avremo tutti gli altri ricambi, dall’alternatore alla pompa della benzina, dal motorino di avviamento ai cilindretti dei freni. Insomma, non sarà una passeggiata di salute per il buon vecchio Ermanno. Ad oggi, per la cronaca, sia il motore che il cambio sono in fase di rigenerazione in due diverse officine.
PARLIAMO DI COSTI: QUANTO SI SPENDE PER GIRARE IN VAN?
E adesso la questione forse più importante in assoluto: il budget. Quanto spenderemo per stare via un paio di mesi? Bè, la risposta non può che essere tanto. Ammiro chi riesce a stare (ammesso che sia vero) nei 10 euro al giorno, ma in quattro è pura utopia. Non ho ancora calcolato il carburante, anche perché non so se troveremo distributori GPL (in Austria ad esempio ce ne sono pochi, in Slovenia praticamente nessuno, in Sardegna tanti a Nord e zero a Sud, ecc ecc). Il costo più elevato è senza dubbio la nave, sua maestà la Norrena, un ferry che porterà non solo noi ma anche il van, con tutti i costi annessi e connessi (cuccetta, pranzi, cene, WiFi, extra, ecc). L’importo di un biglietto andata e ritorno, in base ai parametri forniti nel sito della Smyril Line, è attualmente di circa 3.200 euro andata e ritorno calcolando di imbarcarsi in Danimarca, unico porto di partenza contemplato.
La mazzata della nave rappresenta dunque grossomodo il 50% del budget, ma ci permette, come è facile intuire, di ottimizzare gli altri costi di viaggio, a partire dal pernottamento. Non so quanta sosta libera riusciremo a fare (in Islanda pare che sia obbligatorio fermarsi nelle aree di sosta e nei camping), certo è che una percentuale della spesa potrebbe essere riconducibile proprio a questa voce. Sul fronte del cibo, ho intenzione di sfruttare gli ultimi spazi rimasti nel van per fare scorta di provviste, per cui pasta, riso, legumi e cereali in quantità sufficiente da coprire almeno il primo mese. Lungo la strada, al contrario di quanto scritto da qualche fenomeno da tastiera, compreremo frutta, verdura e quant’altro da aziende e contadini, evitando come facciamo già anche in Italia la GDO. In definitiva, il budget totale dovrebbe attestarsi intorno ai 7.000 euro circa.
SOLDI? NO, RISPARMI! VI SVELO LE ORIGINI DEL 60% DI BUDGET
Sono anni che penso all’Islanda e che sogno questo fantastico giro in van. Ma ancora prima di iniziare a sognare, ho messo da parte una piccola somma, investendola nella speranza che portasse i suoi frutti. Questo ancora nell’estate del 2018. Oggi, quattro anni dopo, quella somma sta effettivamente fruttando il 45% (lordo) del suo valore originale. Detta come va detta: da 3.000 euro depositati dovrei riceverne indietro altri 1.500 (lordi). Totale 4.000 euro circa netti. Che rispetto ai 7.000 previsti vuol dire avere già da parte il 60% del budget. Per chi non avesse capito a cosa mi riferisco (in un video ne parlo), la forma di investimento scelta si chiama Real Estate Crowdfunding: il progetto che scelsi, ad oggi, è ancora quello che vanta il titolo di più alto ROI annuo in assoluto (14,71%). Se siete curiosi, si chiama Miami Wynwood 9 e lo vedete in fondo a questa pagina del portale Walliance. Qui il video in cui spiego le nostre tattiche di risparmio / sopravvivenza.
Ecco svelato quindi come finanzieremo una parte del viaggio. Per tutto il resto abbiamo un anno di tempo abbondante, un anno in cui spero che gli affari vadano ancora a gonfie vele (nel mio settore, al di là del blog, la crisi per fortuna non si è mai sentita). La strada insomma è ancora lunga e piena di insiedie, ma le premesse per giungere a destinazione ci sono tutte. E dato che in questo progetto – come già annunciato – punto alla completa indipendenza dal gas per quanto riguarda le utenze, il prossimo step sarà recarmi dall’elettrauto per montare una batteria motore più performante di quella attuale, la Optima Blue da 75 ah con doppi poli. Il cronoprogramma prevede poi un incontro con un preparatore di fuoristrada, un salto da un allestitore camper per l’impianto a 24 volt, e tanto, tanto altro ancora! Seguite gli sviluppi, ne vedrete delle belle!