Cavalli e buoi, se ammaestrati, nei teatri riescono a sdraiarsi e a eseguire alla perfezione danze, posizioni ardite e movimenti che non sarebbero facili neanche per gli umani. Ricordando le istruzioni che sono state impartite, danno così prove che non sono utili a null’altro che a mostrare quanto facile sia per loro apprendere – Plutarco
Per noi che siamo andati in Maremma pieni di aspettative è stato un brutto colpo. I mitici butteri, personaggi solitari e schivi, impegnati per tanti anni nella conduzione di enormi mandrie di vacche maremmane, rischiano di scomparire per sempre. A dircelo è la nostra guida, in occasione della visita alla Tenuta di Alberese, la più importante aziende agricole della Maremma. A quanto pare il tempo delle gesta eroiche dei butteri, come la sfida leggendaria lanciata da Buffalo Bill in persona e vinta dall’italiano Augusto Imperiali, è prossimo alla fine. Il declino è stato piuttosto rapido: nel giro di 50 anni il numero di butteri si è ridotto drasticamente, al punto che oggi chi svolge questa professione di mestiere e non come secondo lavoro o come hobby si conta sulle dita di una mano.
I veri butteri maremmani sarebbero infatti solo 4. La loro attività si svolge proprio alla Tenuta di Alberese, dove ogni giorno, a turno, questi ultimi cow boy si occupano delle mansioni tipiche del mestiere. Addestrare al lavoro i cavalli maremmani, marchiare i puledri e i vitelli, sorvegliare l’allevamento, spostare le mandrie da una zona di pascolo all’altra… Non c’è altro mezzo che il cavallo per gestire le mandrie in un territorio così ampio, attraversato da corsi d’acqua, fossati e acquitrini. Gli strumenti sono gli stessi di una volta, e questo vale anche per le procedure e i rituali che caratterizzano i momenti salienti del vita all’aria aperta del buttero. Niente è cambiato da allora. Chiedo a Gianni, la nostra guida appassionata, delucidazioni sul cartello visto per strada, in cui era pubblicizzato uno spettacolo di butteri.
Ehe eh… ma quello è folklore, non sono butteri, quella è gente che di giorno fa l’impiegato in banca, l’idraulico… poi come hobby cavalca e alla sera si veste da buttero per i turisti. In altre aziende ci sono mandrie piccole: venti, cinquanta vacche. Non occorre essere buttero, non si fa allevamento brado. Qui di vacche ne abbiamo cinquecento, seicento, bisogna saperci fare, queste sono bestie mica tanto docili, il mese scorso un vitello è scappato subito dopo che era nato, lo hanno inseguito a cavallo e lo hanno recuperato praticamente al mare.
PARTECIPARE AL TOUR GUIDATO A CAVALLO CON I BUTTERI
La tradizione del buttero è stata inserita dalla Regione Toscana nella lista di mestieri a rischio di scomparire. Ora come ora è difficile sapere come andranno le cose. Di certo il futuro appare tutt’altro che roseo. La Tenuta di Alberese risulta oggi in vendita al miglior offerente, e nessuno sa che cosa accadrà alle mandrie, ai cavalli e ai butteri. Mancano inoltre le nuove leve, sia per imparare l’arte sia per il poco di indotto rimasto: la tecnica per realizzare i fustagni, per cui il lino viene cotto nell’olio di lino, la conosce una sola anziana signora del paese, dopodiché nessuno potrà più replicare queste divise. E non ci sono persone al di fuori della Maremma, né dell’Italia, né dell’Europa. Quando scrivo nessuno intendo nessuno al mondo.
L’unica possibilità per vedere gli autentici butteri in azione, dunque, è partecipare al tour guidato proposto dalla Tenuta di Alberese. Si esce il mattino presto e si torna cinque ore più tardi per il pranzo. È abbastanza faticoso, bisogno saper cavalcare in maniera discreta ed essere pronti ad aiutare i butteri nei loro compiti. Non è una cosa alla portata di tutti (bambini in testa) ma è giusto così. La distinzione tra folklore e professionalità deve essere preservata, se necessario fino all’ultimo buttero. Come turisti potete dare il vostro contributo partecipando alle proposte della tenuta: è una delle tante battaglie contemporanee contro cause di forza maggiore, ma vale la pena combattere o, alla peggio, resistere il più a lungo possibile.
Comments
1 commentoPaola
Ott 4, 2016Una vera tradizione che sta per scomparire, è proprio un peccato. Però scriverne fa sicuramente bene
Noi non siamo mai stati nella Tenuta, ma la prossima volta prenderò seriamente in considerazione l’idea di andarci!
Rob
Ott 4, 2016Merita. La guida, che ha dedicato una vita intera a questi luoghi, il posto, che esiste da oltre mille anni, i butteri, che portano avanti un mestiere antico nonostante tutto… insomma, va visto e vissuto, e sì, come dici tu, scriverne da sicuramente bene!