La Sardegna, con i suoi spazi immensi e deserti, con i suoi altipiani rocciosi e tutti insieme sollevati in massa sul mare – Mario Soldati
Tornare a parlare di Sulcis Iglesiente e pensare addirittura di scriverci una guida turistica personale a distanza di ormai due anni dal nostro viaggio on the road in Sardegna sembra un azzardo, eppure è proprio quando i ricordi si sono sedimentati che ricompare prepotente la voglia di parlare, scrivere e salvare dall’oblio le proprie memorie. E così ho deciso di mettere nero su bianco tutto ciò che so a proposito del Sulcis Iglesiente, una regione a dir poco spettacolare situata nel sud ovest della Sardegna. Consideratela una guida turistica spontanea, scritta con il cuore, senza velleità di svelarvi chissà quali misteri, ma utile per fare chiarezza su molti punti che – agli occhi di un turista inesperto – potrebbero risultare essenziali. Cominciamo dalla posizione geografica e da un po’ di storia.
Indice dei contenuti
QUANDO COMPARE E DOVE SI TROVA IL SULCIS IGLESIENTE
La spiegazione più accurata delle origini storiche del Sulcis Iglesiente la offre come sempre Wikipedia all’omonima voce:
Il Sulcis-Iglesiente (Meurreddìa-Igresiènti in sardo) è una regione storica della Sardegna sud-occidentale comprendente, come suggerisce il nome stesso, il territorio del Sulcis e dell’Iglesiente. Anticamente il territorio apparteneva al Giudicato di Cagliari, ed in particolare alle curatorie di Cixerri, Sulcis e Nora.
In parole povere sono cambiati i padroni, ma il territorio e il suo popolo sono sempre rimasti al loro posto, nonostante le angherie e lo sfruttamento delle risorse (carbone in testa). La posizione geografica è ben evidenziata da questa immagine presa sempre in prestito da Wikipedia.
Le due isole, quella di Sant’Antioco e di San Pietro, fanno parte dell’arcipelgo del Sulcis, ambiente paradisiaco con un mare e un paesaggio di rara bellezza. Qui, a bordo del nostro van, abbiamo passato un paio di giorni parcheggiati in riva al mare, senza fare altro che oziare, nuotare e pescare qualche polpo (a Sant’Antioco, dove è stata scattata la foto sotto, ce ne sono in quantità tali che anche il più sprovveduto pescatore farebbe incetta).
LE STRADE DEL SULCIS IGLESIENTE
Una guida turistica su questa regione storica deve per forza parlare di strade e viabilità. La macchina o il camper sono il mezzo di trasporto per eccellenza, uno perché vi permettono di raggiungere i posti più sperduti (e più belli), due perché non essendoci alternative valide (pochi pullman e ancora meno treni) ha più senso spostarsi in autonomia, anche con auto a noleggio, se non volete portare la vostra macchina. Le strade sono messe bene, senza troppe buche, frane o altri ostacoli che a sentire i vacanzieri della domenica sarebbero ovunque. Non è vero. Si guida senza problemi, e se lo diciamo noi che abbiamo un autocaravan del 1980 potete stare certi che è così. L’unico rischio, a voler cercare il pelo sull’uovo, è trovarsi come capitato a noi senza benzina, vuoi perché un distributore ha finito a sua volta il carburante nei serbatoi, vuoi perché sbagli strada e ti perdi nel nulla… ma anche questo fa parte dell’avventura, e un bravo sardo che si ferma a darti una mano lo trovi sempre!
COSA FARE: LE 5 METE DA NON PERDERE
Nonostante il territorio sia selvaggio per non dire desolato, la natura e l’intraprendenza dell’uomo hanno plasmato alcuni tra i luoghi più caratteristici dell’intera regione, regalandoci numerose chicche di notevole interesse culturale, ambientale e storico. Fra queste ne abbiamo selezionate cinque, un po’ perché ci siamo stati, un po’ perché avremmo voluto visitarle. Ecco la lista delle mete imperdibili del Sulcis Iglesiente, partendo da nord e proseguendo fino ai confini con la città di Cagliari.
1) PORTO FLAVIA E LO SCOGLIO PAN DI ZUCCHERO
Conosciuta in mezzo mondo per essere una delle opere di ingegneria mineraria più ardite della storia, la miniera di Porto Flavia (in realtà un’infrastruttura logistica di servizio) è un vero gioiello incastonato all’interno di un promontorio a picco sul mare. Da qualche anno si può visitare nelle vesti del turista, a due condizioni:
1) DOVETE PRENOTARE IN ANTICIPO E ARRIVARE 15-20 MINUTI PRIMA DELL’INIZIO DEL TOUR
2) DOVETE INDOSSARE CALZATURE IDONEE!!
Noi abbiamo purtroppo sottovalutato le indicazioni riportate nel sito web ufficiale, con il risultato che non ci hanno fatto entrare perché indossavamo le ciabatte (LOL all’ennesima potenza). Nel caso abbiate altri interessi, potete optare per le spiagge antistanti lo scoglio denominato Pan di Zucchero (il perché del nomignolo è anche inutile spiegarlo) e rilassarvi con una gita in barca o una scalata lungo la ferrata che circonda la formazione geologica. Noi, con Seba ancora piccolo e Maddalena incinta, ci siamo accontentati di un tuffo in mare!
2) LAVERIA LAMARMORA E BELVEDERE DI NEBIDA
Le origini di questa rovina a cielo aperto sono legate anch’esse al settore estrattivo. La struttura, oggi in stato di collabenza, veniva utilizzata qualche decina di anni fa per selezionare i materiali estratti (dall’area mineraria di Masua) e lavarli dalle impurità. All’epoca della nostra visita, nell’estate del 2018, si poteva girare e visitare liberamente, mi informerei però prima perché sono pur sempre strutture pericolanti, soggette quindi a regole e vincoli che possono cambiare nel corso del tempo. Notevole anche la passeggiata soprastante, con la possibilità di fermarsi presso il delizioso bar ristorante 906 operaio.
3) LE ISOLE DI SANT’ANTIOCO E CARLOFORTE
Il pezzo forte del Sulcis Iglesiente sono forse loro: le isole di Sant’Antioco e Carloforte. La prima, più grande, è collegata alla terraferma (ovvero alla Sardegna) da un istmo di terra, mentre la seconda è un’isola a tutti gli effetti, raggiungibile quindi in barca oppure in traghetto. Vale la pena dirlo: il mare qui è cristallino, freddo ma pulito come in pochi altri posti d’Italia. Noi ci siamo fermati lungo un tratto di costa a sud di Sant’Antioco, in compagnia di un altro camper fermo in sosta libera. In spiaggia c’erano pochissime persone, quasi tutti locali. Ne ho approfittato per sfoderare le mie scarse doti di pescatore e ho acchiappato un paio di polpi: ad averci avuto una muta seria potevo rimanere sott’acqua di più e catturarne chissà quanti. Stupendo anche il giro presso la cittadina di Sant’Antioco, con le imbarcazioni dei pescatori ormeggiate. Qui al mattino potete comprare pesce e tonno in barattolo catturato proprio in Sardegna (per altro in aumento, a detta di un pescatore, grazie ai fermi pesca restrittivi), o anche godervi un giro di pesca turistica a pagamento. In merito alla cultura del luogo e alle sue tradizioni, non perdetevi il Museo del Bisso di Chiara Vigo, custode di una delle arti più antiche della Sardegna, la tessitura della cosiddetta “seta di mare”…
4) SPIAGGIA DELLE DUNE
Per la quarta attrattiva di questa guida al Sulcis Iglesiente ci spostiamo ancora una volta lungo la costa, più a sud, quasi alla punta estrema della Sardegna. Siamo alla spiaggia delle dune, un posto fantastico noto e apprezzato per i venti e quindi per la pratica del windsurf e del kitesurf (e anche in parte per il surf). Porto Pino è un’altra spiaggia vicina, tra l’altro con un’area per cani dedicata agli amici a quattro zampe. Diciamo che è l’ultimo posto attrezzato prima di scendere ancora più a sud in calette e zone abbandonate a se stesse, dove non ci siamo avventurati nemmeno noi per questioni di tempo (spiaggia di Tuerredda, Porto Zafferano, spiaggia di Cala Cipolla…)
5) LA FORESTA DI IS CANNONERIS
Il Sulcis Iglesiente non è solo mare e spiagge caraibiche. In questo angolo di Sardegna c’è anche l’entroterra, un ambiente suggestivo dove vivono animali affascinanti come le donnole, i gatti selvatici, l’aquila reale, il falco pellegrino, nonché il misterioso cervo sardo. La probabilità di incontrare la fauna dal vivo è maggiore in prossimità della Foresta di Is Cannoneris, il classico posto “fuori dal mondo” che uno si immagina esistere solo nelle favole. E invece eccolo qui, pronto per accogliere e incantare i passanti con i suoi alberi a perdita d’occhio e la sua popolazione di animali e piante selvatiche. A vedere le foto disponibili online è un posto decisamente spaziale!
LA CUCINA E I PIATTI TIPICI DEL SULCIS IGLESIENTE
E veniamo all’ultimo capitolo di questa guida, un capitolo doveroso perché la cucina, ovunque e soprattutto in Italia (e soprattutto in Sardegna), è qualcosa di sacro. Abbiamo avuto modo di assaggiare diversi prodotti, in particolare il prelibato formaggio d’asina che è una specialità tipica della Sardegna, consigliatissimo anche il pecorino venduto dalle fattorie che si trovano lungo la strada. Penso che per un carnivoro sia buono anche il porcheddu, un maialino cotto sulla brace per ore e ore nelle zone dell’entroterra, in special modo Ogliastra e Barbagia, ma che si trova anche qui in qualche trattoria e agriturismo. Da non dimenticare poi la cucina arabo-sarda peculiare di Carloforte, da cui nasce il cascà, un cous cous saporitissimo a base di verdure, erbe e spezie. Una bontà da gustare da sola o accompagnata da un ottimo piatto a base di pesce, e ovviamente da un vino sardo genuino!
Consiglio bonus: durante la nostra ricerca abbiamo scaricato una guida ebook molto valida dedicata al Sulcis. Lo trovate nel sito della locanda S’Anninnia, struttura ricettiva in località Gonnesa. Dateci un’occhiata!