Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi ed impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta – Margaret Mead
Scrivere e leggere le interviste di questo blog è sempre un piacere per noi, e anche stavolta mai abbiamo avuto occasione di conoscere, anche se purtroppo solo a distanza, una donna e una famiglia come ce ne sono poche a questo mondo. Loro sono in sette, una mamma, un papà e cinque figli, ma non è questo a renderli speciali. La forza di Virginie, Massimo e dei loro figli sta nello stile di vita, agli antipodi di quello che dovrebbe essere un’esistenza “normale”. Niente scuola tradizionale, niente posto fisso come lo si intende di solito, nessuna casa di proprietà, nulla di programmato per il futuro… Risultato? Tanto tempo libero per vivere in modo indipendente e responsabile, un grande amore per i viaggi, pochi pensieri e la voglia di condividere tutto questo con altre persone interessate allo stesso percorso o già avviate su questa strada. Con grande piacere lasciamo la parola a Virginie, che ci ha inviato per email queste meravigliose e intense risposte, permettendoci di entrare, anche se in punta di piedi, in una vita così diversa dalla nostra eppure così vicina.
1) Benvenuti nel nostro blog Max e Vir, abbiamo avuto il piacere di conoscervi per caso su Facebook e ci siamo tuffati nell’esplorazione della vostra pagina Seven On the Road. Partiamo da qui: perché questo nome curioso?
Grazie mille! Abbiamo iniziato a scrivere questo blog quando abbiamo deciso di lasciare la nostra casa in Brasile e fare un viaggio in camper senza piani certi, essendo in 7 il nome che meglio descriveva il nostro modo di essere in quel momento era SEVEN ON THE ROAD. Col senno di poi, è stato proprio azzeccato visto che ci sentiamo più nomadi che mai!
2) Nella pagina Chi siamo del blog si intuisce, a un certo punto della vostra vita, un forte cambiamento: come sono andate le cose?
Il primo grande cambiamento l’abbiamo fatto quando siamo partiti per il Brasile nel 2009. Fino ad allora eravamo abbastanza ben inseriti nel sistema, avevamo già molti dubbi ma eravamo presi nei suoi ingranaggi infernali, avevamo studiato, ci eravamo entrambi laureati, Massimo era un dipendente statale e un futuro avvocato, io ero una geologa anche se già alla nascita di Tommaso avevo deciso di fare la mamma, ci eravamo sposati, avevamo comprato casa con un mutuo… Dopo un periodo molto difficile, ho perso entrambi i miei genitori nel giro di pochi mesi, in giugno 2008 abbiamo deciso di fare un viaggio di un mese in Brasile per andare a trovare un amico di Massimo e cambiare aria. All’epoca i nostri primi 3 figli avevano 5, 4 e 2 anni e Mattia aveva 7 mesi. Siamo tornati in Italia, era l’inizio della crisi economica e siamo riusciti a vendere casa nel giro di 3 mesi, un segno per noi, Massimo ha mollato il tanto ambito lavoro statale e siamo partiti con quello che riuscivamo a mettere in valigia. Da lì in avanti, abbiamo fatto un lungo percorso che ci ha portato a quello che siamo oggi.
3) Quali altre scelte importanti avete intrapreso in questo vostro percorso personale?
Abbiamo ridotto al minimo i nostri bisogni, non andiamo quasi più al supermercato, non compriamo niente di nuovo, cerchiamo in ogni nostra azione di chiederci cosa comporti per l’ambiente e per le altre persone. Questo ci ha portati a diventare vegetariani, a comprare da piccoli produttori, a compare locale, a autoprodurci tutto quello che riusciamo, a salvare e scambiare semi…
Un’altra scelta importante, fatta insieme ai bimbi, è stata quella di lasciare la scuola tre anni fa. Da allora, studiano a casa, studiano quello che gli interessa, abbiamo tanti libri e cerchiamo sempre di stimolare la loro curiosità ma li lasciamo liberi di imparare.
4) Che cosa rappresenta per voi il “sistema”? E cosa consigliereste di fare a chi vuole uscirne o quantomeno prendere le distanze ma non sa da che parte cominciare?
Per noi il sistema, di cui ripeto abbiamo fatto parte anche noi per tanti anni, è un insieme di regole e di abitudini collettive da cui è difficile uscire proprio perché “tutti fanno così” e “si è sempre fatto così”. Ogni situazione è diversa, noi possiamo parlare della nostra esperienza, ci rendiamo conto che possa essere difficile, noi stessi abbiamo affrontato e affrontiamo delle difficoltà soprattutto perché si vienne giudicati e criticati, anche dalle persone che ti dovrebbero stare accanto incondizionatamente. Il consiglio è iniziare a ragionare con la propria testa e soprattutto con il proprio cuore, molte delle cose che ci vengono imposte o che si fanno non sono “normali”, la libertà ci è stata tolta pezzetto per pezzetto e spesso non è facile rendercene conto. Quando poi viaggi, lo noti ancora di più, se per esempio racconti a un Brasiliano che molte delle nostre spiagge sono private, che al compleanno di tuo figlio non puoi portare la torta fatta da te a scuola o che rischi la multa se aiuti il tuo vicino a fare la raccolta delle olive o la vendemmia, non ci crede! Così piano piano ti rendi conto che tutto questo non è giusto, non è normale.
5) Sono sicuro che molte persone vi considerano “speciali” o “fuori dagli schemi”. Che cosa invece vi balza all’occhio nel comportamento delle persone “normali” che avete intorno?
Ormai le notizie girano ed è molto più facile di prima essere informati, la maggior parte della gente sa che tutti dovremmo frenare e fare tutto quello che ci è possibile per cambiare rotta. Noi siamo diventati molto estremi per come ci vedono gli altri ma non riusciamo a vivere in modo diverso, anzi ci sembrano estremi quelli che continuano a far finta di niente, quelli che non si ribellano! Non puoi prendere coscienza e non reagire. Non puoi sapere e non informare i tuoi figli, non puoi continuare a sprecare, a comprare, a buttare, a distruggere, a sfruttare… Si può vivere con molto meno ed essere felici, le storie come la nostra sono molte e vengono anche divulgate, non sono un segreto. Quello che ci balza all’occhio è che molti agiscono in automatico, non reagiscono perché sono dipendenti dalla televisione, dalle abitudini, dalla sicurezza del “si è sempre fatto così”… è dura rendersi conto di essere stati cresciuti su delle false certezze ma per noi è molto più triste non reagire.
6) In diverse occasioni della nostra vita, io e Maddalena ci siamo sentiti accusare di vivere “nel nostro mondo”, “essere giovani idealisti” e “credere che là fuori siano tutti buoni”. Premesso che è esattamente così, perché secondo voi determinati modi di vivere sono associati a valori negativi (perdigiorno, sognatore, fannullone)?
Perché è quello che ci hanno insegnato, perché i bravi ragazzi sono quelli che studiano, lavorano, comprano una casa con un mutuo, fanno una famiglia, cioè seguono i binari della normalità… I miei non volevano certo una figlia come me e i genitori di Massimo non vorrebbero un figlio come lui. Studiare tanti anni per fare “i barboni”, mollare un lavoro statale con 4 figli a carico, partire per un paese sottosviluppato, vivere alla giornata, fare la mamma, fare il contadino… La gente pensa che prima o poi si debba “crescere”, smettere di sognare, fare quello che fanno tutti. Noi abbiamo fatto il percorso inverso, siamo “cresciuti” e dopo essere arrivati ad avere un buon lavoro, una casa e 4 figli abbiamo mollato tutto! Però come si può pensare che le nostre e le vostre scelte siano da fannulloni? Noi non stiamo mai fermi, diamo sempre il massimo, facciamo, disfacciamo, cambiamo… Sicuramente è vero che ci godiamo i momenti, amiamo la nostra vita, non abbiamo rimpianti, siamo entusiasti e amiamo dedicare tutto il tempo che non dedichiamo al lavoro ai nostri figli! Se smetti di sognare, la vita non ha molto senso per noi…
7) Spesso si sente dire che l’Italia è il problema, come se all’estero funzionasse tutto a meraviglia. Nel nostro viaggio in Canada abbiamo avuto ancora una volta la conferma che il paradiso non esiste. Cosa potremmo fare noi cittadini per migliorare la situazione?
Noi abbiamo vissuto più di 7 anni in Brasile e lo diciamo anche noi, il paradiso non esiste. Quello che possiamo fare è cambiare NOI, non aspettare i cambiamenti dall’alto, ognuno deve fare la propria parte. E bisogna crederci, senza pensare che siccome siamo in pochi, non cambierà mai niente… Mi piace molto la frase di Margaret Mead “Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi ed impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta.”
8) Parliamo di viaggi: come è andata la vostra epopea in camper?
È andata bene! La mancanza di comodità non ci spaventava per niente visto che in Brasile abbiamo viaggiato molto in Kombi e con le tende, abbiamo anche passato dei periodi senza elettricità né acqua corrente quindi eravamo già allenati. Avevamo solo un pò paura di soffrire per la mancanza di spazi, più che altro per il fatto che i nostri figli stanno crescendo e i più grandi potevano avere bisogno di privacy. Alla fine però è andata davvero molto bene, siamo una famiglia affiatata e dopo quasi un anno di casa qui a Pettinengo, stiamo già pensando seriamente di ripartire, tutti si sentono pronti per andare avanti!
9) Quali sono i posti visitati che vi sono rimasti nel cuore durante questo viaggio on the road?
Molti ci sono rimasti nel cuore, spesso anche per le persone incontrate. I due posti più emozionanti sono stati Trieste dove ci siamo conosciuti io e Massimo e dove sono nati Tommaso, Alice e Asia, ai bimbi è piaciuta tantissimo e per noi è stato un tufo nei ricordi, e poi Scansano nella Maremma dove abitavamo prima di trasferirci in Brasile e dove è nato Mattia. Lì abbiamo ancora molti cari amici e una parte del nostro cuore. La Sicilia ci è piaciuta molto, nel Lazio abbiamo dei carissimi amici con cui abbiamo imparato a miettere a mano… Insomma, l’Italia è davvero bella… è tutta bella ed è stata un’esperienza incredibile girarla così e incontrare tanta gente che “resiste”!
10) In quale continente (e con che mezzo) vi piacerebbe viaggiare se aveste un anno sabbatico a disposizione?
Ora che siamo in 7 il mezzo sarebbe sicuramente il camper! E la scelta del continente l’Europa. Più avanti, pensando a noi due soli, ci piacerebbe molto viaggiare anche più lentamente, in bici per Max, a piedi per me, in Asia per Max e in Sudamerica per me… prima di allora ci metteremo d’accordo 😀
11) Come vi immaginate fra 30 anni? Felici pensionati in Italia o nomadi fino al midollo in qualche angolo sperduto del mondo? 🙂
Senza dubbio nomadi, sappiamo che per ora essere nomadi a tempo pieno è difficile perché siamo in tanti e ogni tanto c’è bisogno di casa ma pensando solo a noi due tra un pò, spero meno di 30 anni :-D, sarà sicuramente nomadi a tempo pieno!
12) Quali progetti avete in cantiere per quanto riguarda il web? E dal punto di vista del viaggio avete in mente una meta in particolare?
Per ora il nostro blog è solo un racconto, ci piace condividere la nostra esperienza perché ci permette di tenere una sorta di diario per noi e di far capire ad altri che avere figli non è un ostacolo, anzi si può fare tutto con loro, che non serve essere ricchi, che facendo volontariato si conoscono un sacco di persone, che si può vivere in modo alternativo anche con una famiglia. Io sto anche scrivendo la nostra storia dall’inizio, sono varie le persone che me l’hanno chiesto, non ho molto tempo ma mi piace farlo per ricordare, poi chissà magari un giorno potrà diventare una cosa che interessa anche ad altri… Ora appena possibile, dopo il viaggio in Brasile, vorremmo ripartire e girare Francia, Spagna, Portogallo e Marocco.
13) Parlateci delle mille conoscenze con persone da tutto il mondo: quali sistemi usate per scambiare ospitalità?
I volontari che riceviamo a casa nostra li conosciamo tramite workaway. Abbiamo così conosciuto persone provenienti da molti paesi, con molti siamo in contatto tuttora, persone veramente fantastiche. Per trovare ospitalità per noi finora abbiamo utilizzato gruppi facebook, i posti dove ci siamo fermati lungo il nostro viaggio in camper li abbiamo trovati soprattutto grazie al gruppo Permacultura Italia. Tra un mese partiremo 10 giorni per il Marocco dove andremo a fare la raccolta delle olive e il posto dove andare l’abbiamo trovato con l’aiuto di una coppia di volontari brasiliani che hanno vissuto un anno lì e poi passato qualche mese con noi. Tra fine febbraio e aprile, torneremo 40 giorni in Brasile per sistemare delle cose e per evitare di perdere il visto. Abbiamo deciso di andarci con gli zaini e le tende e stiamo trovando dei progetti dove fermarci sempre tramite un gruppo FB che si chiama Agroecologia e Permacultura – Multirões e voluntariados no Brasil, cioè è un gruppo proprio di ricerca e offerta di volontariato. Per quanto riguarda il seguito del nostro viaggio in camper, pensiamo di registrarci come volontari nel sito workaway, per ora siamo ancora host.
14) Per molti avere tempo libero sembra impossibile. Voi al contrario dimostrate che anche con una famiglia numerosa si può partecipare alla vita locale, seguire l’orto e addirittura condividere con altri le proprie conoscenze e capacità. Come mai le due cose – famiglia e tempo libero – sembrano inconciliabili, mentre voi dimostrate l’esatto contrario?
Noi abbiamo fatto una scelta, abbiamo deciso di vivere con poco, avere poche cose, sembrerà impossibile ma ti libera tantissimo. Abbiamo deciso di dedicare il nostro tempo a vivere, nel momento in cui ti liberi della televisione, delle compere, del supermercato, dei mille impegni di cui vengono riempite le vite dei bambini e scegli tu, con la tua testa, le cose che ti rendono felice, smetti di correre perché ti rendi conto che serve molto meno denaro.
15) Io e Maddalena cerchiamo di essere coerenti con una filosofia di vita basata sulla sostenibilità, sapendo bene che questo traguardo è molto difficile e comporta sacrifici e sbagli. D’altra parte, soprattutto online, è pieno di gente che dispensa consigli e buone pratiche e poi cade sulle banalità (vedi il nostro reportage su Amazon). Quali ostacoli incontrate più spesso lungo il cammino della conoscenza e, per usare un termine di moda, della resilienza?
Anche noi facciamo del nostro meglio ma vivendo in un mondo che è agli antipodi rispetto a noi, un mondo che ti chiede di crescere all’infinito, è difficile essere coerenti fino in fondo. Credo che un grande ostacolo sia la tentazione del risparmio e della comodità. Amazon è proprio questo, i prezzi sono molto più bassi, le cose ti arrivano in poco tempo a casa, alcuni prodotti dovresti andare chissà dove a cercarli… Un altro esempio sono i voli low cost, ne prenderemo uno per andare in Marocco, va contro i nostri principi perché sappiamo che abbiamo risparmiato sulle spalle di lavoratori sfruttati. Non voglio trovare scuse, volevamo andare a conoscere Marrakech e avevamo poco tempo, dovevamo quindi andare per forza in aereo ma non potevamo permetterci gli altri voli. L’alternativa era la rinuncia che sarebbe stata la cosa giusta. Un altro ostacolo è l’inganno, noi abbiamo smesso di comprare nuovo e di fare la spesa al supermercato anche per questo. Anche se ti sforzi di capire da dove proviene un oggetto o un prodotto, cerchi di evitare le multinazionali, cerchi di comprare prodotti equosolidali, certe volte ti rendi conto poi a casa di essere stato ingannato. Non è facile, credo però che si debba sempre cercare di fare il massimo… il nostro massimo oggi è già molto di più di quello di un anno fa. Rinunciare per scelta è un cammino personale e come tale è molto soggettivo. Quello che facciamo potrebbe sembrare poco per qualcuno ma moltissimo per qualcun’altro. Sicuramente diffido da chi dà consigli senza dare l’esempio, in verità se dai l’esempio non hai bisogno di dare consigli!
18) Quali sono le vostre paure più grandi in questo momento? E per il domani dei vostri figli?
Siamo di indole ottimista e fiduciosa e quindi non abbiamo vere e proprie paure. Prima avevamo paura di condizionare la vita dei nostri figli con le nostre scelte, è una delle ragioni per cui il nostro percorso è stato lungo. Ora che stanno crescendo ci rendiamo conto che per loro il processo è più naturale, la nostra generazione deve prima decrescere, loro no. Quindi ora siamo più tranquilli, sicuramente siamo coscienti che non sia così facile vivere a modo nostro e se ne rendono conto anche loro, sono già molto indipendenti, molto sicuri di sé, sono molto diversi da come eravamo noi alla loro età. Come ogni genitore, speriamo che il domani dei nostri figli possa essere il più felice possibile, crediamo che i problemi soprattutto ambientali che dovranno affrontare saranno enormi ma siamo sicuri che saranno più preparati di noi.
19) Vi piacerebbe vivere da fulltimer o tutto sommato una casa stabile non vi dispiace?
Risposta: Come avete già capito, la vita da fulltimer ci attira molto ma essendo in 7 e avendo un camper piccolo, servono periodi anche più stabili e più comodi. Ci piacerebbe ripartire lasciando la base qui nella casa parrocchiale dove viviamo in comodato d’uso, il comodato di 2 anni finirà in novembre 2018, se non ci verrà rinnovato dovremo trovare un’altra base. Con tutte le case vuote che ci sono, non vorremmo pagare un affitto, vorremmo trovare posti in cui poter stare in cambio di lavoro, come qui: l’accordo era risistemare la casa in cambio di poterci stare.
20) Siamo arrivati alla fine di questa intervista, e come ormai d’abitudine, vi chiediamo di salutarci con la foto che più vi rappresenta!