Se non commetti errori significa che non cerchi di risolvere problemi veramente difficili. E questo è un grave errore -Frank Wilczek
Più o meno è andata così. Correva l’anno 2015 e io e Maddalena non avevamo ancora un mezzo di trasporto a 4 ruote. A parte l’autopropulsione (a piedi e in bicicletta), il nostro unico veicolo degno di questo nome era uno scooter elettrico prodotto in Cina e importato da un losco individuo in quel di Torino (se vi interessa il modello è l’X-Spin TED colore rosso ). Un investimento che ci aveva dissanguato e che piano piano si stava ripagando… molto piano, direi pianissimo. Rimaneva però il problema dell’inverno. Con le basse temperature girare in scooter diventava un supplizio (per lui, visto che la batteria durava un quarto) e soprattutto per noi (a Maddalena sono venuti i geloni alle dita, e non è un modo di dire).
E poi c’era l’imminente trasloco a Bologna, in una zona verde al fondo di una strada che si perde fra le colline, popolata da cinghiali grossi come maiali, caprioli e lupi (sì, proprio loro). Pensare di continuare con uno scooter elettrico era semplicemente impensabile. Tanto più che a novembre 2015 arriva la notizia bomba: Maddalena è incinta. A breve avremmo avuto un figlio… Un pargolo, un bimbo, un neonato, tanti nomi e altrettante parole correlate: felicità, cambiamenti, responsabilità. Insomma, il meglio che la vita ha da offrirti.
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LA RICERCA DI UN AUTOCARAVAN DI SECONDA MANO…
A questo punto, a meno di immaginarci a camminare lungo la strada della nostra nuova casa in affitto con uno scacciacani in mano e le borse della spesa nell’altra, l’opportunità di possedere un mezzo di trasporto risultava quantomeno impellente. Fino ad allora avevamo utilizzato alla bisogna auto in affitto (vi assicuro che pagare 3-4 mesi invernali costa meno che mantenere un veicolo tutto l’anno) o auto in prestito (la mamma è sempre la mamma). Stavolta però c’erano le visite in ospedale, gli acquisti compulsivi di vestiti e accessori per bebè (anche se di seconda mano da qualche parte bisogna comprarli) e non da ultimo la sistemazione della casa (mensole, ripiani, mobili, ecc). Era giunto il momento di comprare un mezzo a 4 ruote. Già, ma quale?
Io e Maddalena siamo sempre stati esigenti e una scelta del genere non potevamo certo farla alla leggera. Un’utilitaria? Troppo costosa da mantenere. Un Suv? Troppo costoso da mantenere. Un’auto d’epoca? Probabilmente troppo costosa da mantenere. Volevamo qualcosa che fosse:
- poco costoso da mantenere (assicurazione bassa);
- alimentato a GPL o metano per tenere bassi i consumi;
- abbastanza capiente da permetterci di trasportare oggetti voluminosi;
- sufficientemente compatto da agevolare il parcheggio;
- possibilmente allestito con un paio di posti letto.
In sostanza (ancora non lo sapevamo) stavamo cercando un autocaravan. Che cos’è un autocaravan? Risposta veloce, un camper. Risposta lunga:
“un mezzo di trasporto, classificato dal codice della strada tra gli autoveicoli, che, come la roulotte – detta anche caravan – sono allestiti permanentemente in modo da permettere il soggiorno dei suoi occupanti“ – https://it.wikipedia.org/wiki/Camper
La ricerca ci portò a orientarci verso quelli che volgarmente vengono definiti van (tecnicamente “automobile in cui la zona dietro i sedili anteriori è interamente adibita a vano di carico per merci, e i sedili posteriori non sono presenti” → it.wikipedia.org/wiki/Furgonetta_derivata_da_automobile) e che in realtà sono autocaravan compatti o camper puri (tipo pullmino Westfalia). Il nostro budget, come direbbero a Napoli, era risicato assai, il che restringeva il cerchio a pochi mezzi in condizioni che tendevano al disastroso. Ma noi siamo teste più dure del marmo e alla fine…
L’ARRIVO DI UN FIAT MODELLO 238 E “PANORAMA”…
Un freddissimo giorno di gennaio, salta fuori su Subito.it un prezzo buono (3.700 euro) e un mezzo che non sembrava poi così male (Fiat 238 E Panorama). Chiamo e mi risponde un signore che dice di abitare in provincia di Vercelli. Prendiamo appuntamento. Al nostro arrivo il Fiat 238 è lì in un hangar, con la sua luccicante fascia blu. Ci sembra grandissimo, ci sembra bellissimo, ci sembra l’occasione della vita. Il proprietario ne decanta le doti, il motore, la fabbricazione, gli interni (“eh una volta li sapevano costruire i mezzi”). In effetti non si nota nulla di strano. Giro di prova e per poco non mi schianto giù da un fosso (ricordatevi che questo qui ha i freni a tamburo come le biciclette). Ormai è fatta, Cupido ha scagliato la sua freccia: vogliamo il Fiat 238, ne siamo follemente innamorati.
Riusciamo a tirare giù il prezzo a 3.400 (poi, in corner, 3.300) e ci diamo un nuovo appuntamento per il passaggio di proprietà. Tralascio dettagli imbarazzanti su noi che arriviamo in bus+treno, io che corro e Maddalena incinta al quinto mese che inciampa nell’atrio della stazione per riuscire a entrare a 5 minuti dalla chiusura dell’ACI di Vercelli, fatto sta che l’affare si conclude e ripartiamo alla volta di Bologna.

Qui iniziano i problemi, ma l’amore, come si dice, è cieco, e noi nel frattempo siamo partiti per la tangente. A distanza di un anno esatto – dopo questa lunga lista di riparazioni e dopo aver superato brillantemente la revisione biennale – decidiamo di scommettere una seconda volta su Ermanno e aprire un blog con le nostre esperienze, i nostri viaggi, i racconti di questa allucinante avventura insieme. Per il momento si tratta di un progetto amatoriale senza scopo di lucro, ma non è detto che un giorno possa trasformarsi in un lavoro a tempo pieno. E chissà, magari Ermanno avrà nel mentre un erede degno di questo nome.
POST SCRIPTUM: PERCHE’ “IN VIAGGIO CON ERMANNO”
Ci piace l’ironia, la birra fatta in casa, il gozzoviglio, il cinema, il surf e tante altre belle cose. In particolare ci piace leggere ed è nei libri che abbiamo trovato ispirazione per questo blog. In viaggio con Ermanno non è altro che un richiamo letterario al superlativo “In viaggio con Erodoto” di Ryszard Kapuściński, maestro del reportage di viaggio. Non si tratta solo di citazione: in entrambi i casi un pretesto (Erodoto nel caso di R. K., un molto più modesto veicolo storico nel nostro caso) dà vita a un intero progetto di scrittura. Badate bene, è un progetto di scrittura il nostro tanto quanto quello di R. K. Cambia solo il supporto (per ora). Chiudiamo questo primo, lunghissimo post con un chiarimento: la E di Ermanno fa riferimento alla E scritta nella parte posteriore del telaio, che ancora oggi ci chiediamo a cosa si volesse riferire.
Ma ora bando alle ciance, l’importante è viaggiare!
Comments
1 commentoManu – @unviaggioperdue
Apr 30, 2016#Ermanno for president! Blog grandioso complimenti
Rob
Mag 2, 2016Grazie della visita e complimenti anche per il vostro progetto! Ci si vede in giro 🙂
Chiara
Mag 10, 2016Vi ho scoperti per caso su Twitter e incuriosita sono venuta a dare uno sguardo al sito. In bocca al lupo per le vostre avventure e un saluto ad Ermanno :D.
Rob
Mag 10, 2016Allora non ti resta che seguirci e iscriverti alla newsletter, torna a trovarci quando vuoi e crepi il lupo!
Giorgia Vitale
Nov 17, 2019Questo blog è bellissimo e così spontaneo! Bravi ragazzi.
ROBERTO ZAMBON
Dic 6, 2019Wow! Grazie mille 🙂
Ale – Saltomentale
Ago 2, 2022Ragazzi, che belle avventure, quanta ispirazione ci date! Complimenti a tutti e 4 💪
ROBERTO ZAMBON
Ago 25, 2022Grazie di essere passato!