Un proverbio italiano dice: – Vedi Napoli e poi muori!, ma io dico: – Vedi Napoli e vivi – perché c’è molto qui degno di essere vissuto – Arthur John Strutt
Ed eccoci al quarto capitolo, dopo Posillipo, Reggia di Caserta e Vesuvio, del nostro viaggio a Napoli. Nella breve parentesi che abbiamo avuto il piacere di vivere dal 15 al 23 aprile scorso, non poteva mancare una visita alla Napoli Sotterranea, quella “ufficiale”, si capisce. In realtà, non ce ne voglia l’Associazione Napoli Sotterranea, siamo più in sintonia con la definizione wikipediana di Sottosuolo di Napoli, in quanto tutta la città poggia su una grande rete di cunicoli, gallerie ed acquedotti, in parte ancora oggi visitabili. Sarebbe dunque più corretto parlare di “Napoli Sotterranee” e dei loro vari punti di ingresso, alcuni accessibili al pubblico altri no. Tra questi c’è la Napoli Sotterranea che abbiamo visitato anche noi, la cui sede è in Piazza San Gaetano 68 (laterale di Via dei Tribunali). Come si legge nel sito ufficiale, questa associazione gode della:
“Autorizzazione Agenzia del Demanio – Filiale di Napoli – Concessione n. 2524. Unica Autorizzazione, con decreto n. 1454, per lo svolgimento di attività culturali e visite guidate nella Napoli Sotterranea. Prenotazioni: (+39) 081296944 – info@napolisotterranea.org”
Ciò non toglie che sul territorio di Napoli operino altre associazioni che organizzano escursioni guidate nel sottosuolo (v. ultima parte dell’articolo), magari senza autorizzazione unica, ma pur sempre nel sottosuolo. Questo per fare un po’ di chiarezza in una situazione deliziosamente ingarbugliata come solo a Napoli può capitare. Ma passiamo ai fatti e scopriamo in cosa consiste la visita.
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COME ORGANIZZARE LA VISITA ALLA NAPOLI SOTTERRANEA
Organizzare la visita alla Napoli Sotterranea è molto semplice: basta raggiungere l’ingresso in Piazza San Gaetano 68 e attendere l’orario di partenza del gruppo. I gruppi in italiano partono alle 10,00, 12,00, 13,00 ,15,00 e 17,00, tutto l’anno, inclusi sabato, domenica e festivi. Nei giorni di massima affluenza una delle guide ci spiegava che gli orari possono variare per permettere a tutti di scendere. Noi abbiamo partecipato all’ultima discesa, quella delle 17, rischiando un attacco di fame di Sebastiano a 40 metri di profondità, eventualità che per fortuna non si è verificata (e lo dico con la massima serietà: quando il bimbo ha fame non c’è santo che tenga).
IL PERCORSO DELLA NAPOLI SOTTERRANEA: COSA SI VEDE
Il percorso conduce alla scoperta di alcune testimonianze del II° conflitto mondiale, tra cui bombe che penzolano dal soffitto come stessero per deflagrare al suolo, un carro armato, maschere antigas per quando gli ambienti si riempivano di polvere in seguito a un’esplosione e altro ancora. Gli stessi ambienti in cui trovarono rifugio centinaia di persone durante la guerra furono utilizzati prima ancora per altri scopi, a dimostrazione delle numerose civiltà che vissero e si susseguirono nel corso dei secoli. Si vedono ad esempio:
- la ricostruzione di un locale dove veniva estratto il tufo;
- le scale strette che comunicano con l’esterno;
- le coltivazioni di basilico (e non solo) degli orti ipogei;
- le palline di farina in lievitazione per l’esperimento della Pizza Geotermica delle sorelle Bandiera (qui l’articolo su come funziona);
- una cisterna romana con acqua potabile…
Può bastare? Per noi decisamente sì, ma c’è molto di più. Il pezzo forte è forse il cunicolo altissimo e strettissimo, e quando dico strettissimo intendo strettissimo per me che peso 80 chili per 1 metro e 87, che porta alla cisterna romana di cui sopra. Si fa a lume di candela (o barando con la torcia del telefonino) ed è qualcosa di inquietante perché le pareti alte sembrano chiudersi e stritolarti da un momento all’altro, quantomeno questa è stata la mia sensazione. Nel caso di Maddalena, a cui stava per venire un attacco di panico, il cunicolo è stato affrontato con Sebastiano in braccio sulla fascia. PAURA.
IL TEATRO ROMANO E I PRESEPI DELLA SUMMA CAVEA
Il percorso della Napoli Sotterranea “ufficiale” prosegue all’esterno con la visita di una porzione di un antico Teatro Romano inglobata dagli edifici di epoca moderna (di nuovo le numerose civiltà che si sono succedute), nella fattispecie un basso, ovvero una casa povera al piano terra che nasconde, nientemeno che sotto il letto, l’ingresso al percorso del teatro. Da lì si passa alla Summa Cavea, altra parte del teatro utilizzata come falegnameria e ora allestita dai ragazzi dell’associazione con una trentina di scarabattoli antichi, testimonianza dell’arte presepiale napoletana. Insomma, un bel po’ di storia e cultura condensata in 2 ore circa di tour. Assolutamente da non perdere!
LE NAPOLI SOTTERRANEE DI S. LORENZO MAGGIORE E VICO S. ANNA
Come detto all’inizio dell’articolo esistono altri ingressi al sottosuolo di Napoli. Uno si trova nel complesso monumentale della Basilica di San Lorenzo Maggiore ed è chiamato La Neapolis Sotterrata, l’altro è al n° 52 di Vico Sant’Anna di Palazzo ed è chiamato anch’esso Napoli Sotterranea. Di questi non possiamo parlarvi perché non ci siamo stati (mancava il tempo) ma senza dubbio offrono un punto di osservazione ulteriore sulla quantità di tesori nascosti nel ventre di Napoli. Ben vengano dunque i vostri racconti ed esperienze, se ne avete li pubblicheremo con piacere nei commenti, così come sono benvenute eventuali osservazioni da parte delle associazioni napoletane interessate nel caso in cui avessimo detto qualche castroneria. A tutti, godetevi il viaggio!