Il valore, quando è sfidato, si moltiplica – Lucio Anneo Seneca
E anche la nave per l’Islanda è prenotata! Ho studiato la mossa per mesi e alla fine mi sono deciso: o adesso o mai più! Non si tratta ancora di uno scacco matto ma poco ci manca. Al momento abbiamo infatti prenotato il viaggio di andata e di ritorno passando per le isole Faroe con un primo versamento di acconto del 25%. Ho scoperto che era fattibile procedere in questa maniera dopo aver contattato il customer care di Smyril Line, unica compagnia navale che batte bandiera fra il Vecchio Continente e la magica Islanda. Una certa Katja Kallmayer Pedersen, nel ruolo di Travel Consultant, mi ha risposto che:
If there is more than a month to departure will you just have to pay a deposit when making the booking. The deposit is 25% of the price of the journey.
Ottima notizia, visto e considerato che in questo modo non soltanto abbiamo evitato di sostenere la botta (e cioè la spesa) tutta in una volta, ma siamo riusciti anche a bloccare il prezzo, ovvero la tariffa, con un discreto anticipo. Due pulcinelle di mare con una fava, per dire. Il costo definitivo dovrebbe comunque attestarsi intorno ai 4.000 euro, andata e ritorno, più di quello che abbiamo speso per il Canada all’epoca (2017). Dico dovrebbe perché c’è una grossa incognita in ballo, e cioè la lunghezza effettiva di Ermanno. In fase di prenotazione ho inserito come lunghezza 6 metri, sebbene al momento arriviamo a poco più di 4 (4,20 per la precisione). Il motivo è presto detto: non abbiamo ancora un gancio traino, ma potremmo averne uno entro la fine dell’inverno. E questo comporta un aumento di 500 euro sul totale. In soldoni, più il vostro camper o van è lungo, più spenderete, non importa se siete alti o bassi: a fare la differenza è la lunghezza.
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DAL PERIODO AI PASTI: I FATTORI CHE INCIDONO SUL PREZZO
Come è facile intuire, ci sono diversi fattori che incidono sul prezzo finale della nave. Tra questi, alcuni sono primari, e quindi li dovrete sostenere tali e quali, con poche eccezioni, altri sono secondari, e quindi potrete decidere se e come affrontarli. Esempio: se la vostra unica disponibilità di viaggio è per agosto, inevitabilmente il prezzo sarà più alto (fino al doppio rispetto che in settembre per dire). Ma se avete provveduto – fattore secondario – a portarvi cibo sufficiente da casa, allora potrete tagliare i costi dei pasti a bordo. La panoramica delle spese primarie e secondarie da conteggiare per salire a bordo e viaggiare fino in Islanda via nave include:
SPESE PRIMARIE
- Biglietto della nave (equipaggio + camper)
La tariffa come abbiamo constatato varia molto da una stagione all’altra. In agosto si arriva anche a 2.000 euro per il solo ritorno dall’Islanda alla Danimarca, cifra che scende a meno di 900 euro nel resto dell’anno. In questo caso il costo è inteso per tutto l’equipaggio e per il mezzo, in base appunto alla lunghezza (e non al volume come per la compagnia Seabridge che ci ha portati in Canada).
- Cuccetta o posto letto per dormire
La scelta di cuccette e posti letto è piuttosto trasversale e contempla sistemazioni di lusso a un estremo e posti letto in camerate singole per chi vuole andare al massimo risparmio. Noi abbiamo scelto una camera privata con vista mare, non il massimo del comfort ma più che sufficiente per chi, come il sottoscritto e suppongo anche Maddalena, Seba e Mati, starà per la maggior parte del tempo a bocca aperta a guardare il paesaggio sul ponte. Per la cronaca no, vi confermo che NON ESISTE POSTO POLTRONA e tanto meno POSTO SUL PONTE.
SPESE SECONDARIE
- Pasti a bordo (colazioni, pranzi e cene)
Una spesa secondaria è senza dubbio quella dei pasti. Considerando che fra andata e ritorno si sta in nave un totale di circa 6 giorni, capite bene che la voce “cibo a bordo” rischia di avere lo stesso effetto del lievito su un impasto per la torta. Dato che per noi questa sarà anche una vacanza e non solo una sfida, abbiamo previsto un compromesso: un pasto rifocillante al giorno nel ristorante della nave, il resto ci si arrangia con panini e altro.
Il totale che è saltato fuori lo vedete in questo screenshot…

LA QUESTIONE DOGANA ALL’ARRIVO NEL PORTO DI SEYðISFJöRðUR
La tratta dalla Danimarca all’Islanda passando per le Faroe ha come destinazione finale il porto di Seyðisfjörður, all’interno di un fiordo che paesaggisticamente pare essere una cannonata. Elemento da non sottovalutare è però la dogana, che pare funzionare anche qui, seppur in misura limitata (almeno credo) rispetto alla collega dell’aeroporto di Reykjavik. Regolamento vuole, per farla breve, che ogni persona possa portare un massimo di 3 kg di cibo con sé: questo significa che in totale dovremo trasportare dentro Ermanno 12 kg fra pasta, riso, cereali, legumi, sughi, verdure, frutta e quanto riteniamo utile avere. Chiaramente alla partenza della nave potremo portare anche più di 12 kg, l’importante è rispettare questa misura massima. Il testo della sezione del sito Islanda.it che fa riferimento ai Regolamenti Regolamenti Doganali in Islanda recita così:
Cibo
È consentita l’importazione di massimo 3 kg di generi alimentari per un valore massimo non superiore alle 25.000 corone Islandesi (circa 150 Euro) ad eccezione di carne cruda, salata o essicata, uova crude e prodotti caseari non pastorizzati
Vabbè, i formaggi rimarranno in Italia, sic.

LA FERMATA INTERMEDIA ALLE FAROE(CHE NOI FAREMO)
Ultima informazione che mi sembra doveroso condividere riguarda la fermata a metà strada (pardon, mare) che si può decidere di effettuare. La scelta non è scontata, perché il prezzo ovviamente sale, ma ditemi voi quando cavolo potrebbe ricapitarci di girare alle isole Faroe con un Fiat 238… Occasioni del genere non so nemmeno se capitano, bisogna proprio andarsele a cercare. Per cui il viaggio di andata sarà più lungo, ma includerà nel nostro caso una fermata di qualche giorno anche qui alle Faroe. Dulcis in fundo, vi annuncio con largo anticipo che tutto questo bordello potrebbe diventare, grazie anche al vostro aiuto, un documentario indipendente (cioè finanziato dal basso e non tramite case di produzione vere e proprie) grazie a un’operazione di crowdfunding (raccolta fondi). È ancora presto per uscire allo scoperto, ma l’idea che mi frulla in testa da un po’ di tempo è quella di replicare un secondo documentario, dal titolo Road to Iceland, e distribuirlo in maniera autonoma sia in streaming che dal vivo. Sai mai che finiremo di nuovo da Licia Colò… Occhi aperti dunque, ne vedrete delle bellissime!