Io nacqui forestiero in Maremma, di padre marchigiano, e crebbi come un esiliato, assaporando con commozione precoci tristezze e indefinibili nostalgie – Vincenzo Cardarelli
Se volete scoprire il volto più autentico della Maremma, è alla Tenuta di Alberese che dovete recarvi. La Tenuta di Alberese, parte integrante del Parco naturale della Maremma (di cui occupa ben il 40% di superficie), rappresenta infatti il simbolo di questa terra a sud della Toscana. Qui lavorano gli ultimi 4 veri butteri (a stretto giro parleremo anche di questo), qui vivono allo stato brado poche centinaia di vacche maremmane purosangue, qui si conserva tra mille difficoltà uno stile di vita antico e nobile che sembra condannato a una fine ingloriosa nell’indifferenza più totale.
È dunque, la Tenuta di Alberese, molto più di un’azienda agricola tra le maggiori in Europa a conduzione biologica. Dentro i suoi confini si compie una battaglia per la sopravvivenza di mestieri, razze e tradizioni millenarie, fuori dai cliché e dal folklore. Come ci spiega Gianni, storico dipendente pubblico della tenuta – da ricordare in proposito che la tenuta è gestita dall’Ente Pubblico Terre Regionali Toscane (ex Azienda agricola di Alberese):
[…] in azienda si lavora su diversi fronti, dal pascolo ai vitigni, dall’olivicoltura alla macellazione della carne. Un tempo laggiù si produceva perfino il carbone dal legno dei boschi, ma oggi è vietato. E che ci vuoi fare…
Già. I divieti. La burocrazia, i regolamenti, i cavilli. Un ginepraio da rispettare senza che vi sia dietro una logica produttiva lungimirante. La stessa produzione di olio, carne, vino, riso e innumerevoli altre materie prime (ad es. grano tenero) e derrate alimentari di alta qualità, tecnicamente, risulta vietata. E così un’azienda di cui si hanno le prime testimonianze intorno all’anno mille, si ritrova dieci secoli dopo a proporre “l’affidamento in regime di concessione di terreni e fabbricati di proprietà di Ente Terre Regionali Toscane (vigneti, cantina, relativa attrezzatura, altri fabbricati e terreni), nei comuni di Grosseto e Magliano in Toscana secondo i criteri dell’offerta economicamente più vantaggiosa”. In sostanza, tempi bui.
LE ATTUALI PROPOSTE TURISTICHE DELLA TENUTA DI ALBERESE
Non sta a noi ricostruire le fasi che hanno portato all’odierna situazione. Se per la storia della tenuta vi consigliamo di leggere la sezione Dal Paleolitico al Futuro del sito web istituzionale, per la nostra esperienza di travel blogger in viaggio ha più senso raccontare gli aspetti turistici, pur nella consapevolezza delle problematiche accennate. Da questo punto di vista la tenuta offre ancora moltissimo in termini di storia, cultura e gastronomia. Noi abbiamo partecipato a una della proposte turistiche ancora attive (chissà per quanto ancora), nella fattispecie all’Itinerario Degustazione Ambientale – Formula Tradizionale. In via del tutto eccezionale visto che non c’era il numero minimo di persone paganti (altro brutto segno per un posto che dovrebbe essere decisamente più frequentato…), ci è stato concesso di partecipare a questo tour guidato presso il Centro Aziendale di Spergolaia, uno dei siti più rilevanti della tenuta.
Ci siamo presentati intorno alle 10:30 al parcheggio del Centro e abbiamo conosciuto Gianni, figura emblematica, nato e vissuto ad Alberese e tuttora al servizio dell’azienda. Dopo un breve riassunto relativo alla storia della tenuta, abbiamo visitato la zona degli animali con il tipico tondino (il recinto circolare per la marchiatura), alcuni cavalli maremmani e uno straordinario esemplare di toro maremmano. Di fronte al complesso di trova la Casa della Biodiversità, sede locale della Fondazione Slow Food. Gianni ci spiega che la vacca maremmana è tutelata da Slow Food per l’elevatissimo valore alimentare della carne, ma anche per il metodo tradizionale di allevamento che contribuisce a preservare il territorio. Guarda caso, quello stesso territorio celebrato dalla Regione Toscana, a dir poco goffa nella gestione della tenuta. Viva la politica italiana.
LA PARTE ENOGASTONOMICA DEL TOUR: IL PUNTO VENDITA DI ALBERESE
Dal Centro Aziendale di Spergolaia ci siamo spostati alla vicina frazione di Alberese, dove si trova il punto vendita di prodotti della tenuta e di altre realtà più o meno vicine. Si tratta certo della parte godereccia del tour, dedicata all’enogastronomia, e devo dire che ce la siamo goduta appieno: Gianni e la signora del banco alimenti ci hanno proposto di tutto, dai crostini con salsa di pomodoro piccante ai salumi, dal formaggio pecorino al vino locale. In esposizione c’erano inoltre decine di prodotti tipici e non: pesto, biscotti, liquori, riso, pasta, sughi pronti (tra cui sugo di carne di vacca maremmana bio), olio, legumi in scatola, vino alla spina e vino in bottiglia, birra artigianale, sapone… Una rassegna del potenziale di queste terre e una testimonianza di come una gestione accorta (non per forza privata), potrebbe dare da lavorare a centinaia di persone, cosa che succedeva fino a metà del secolo scorso.
Io e Maddalena, vista anche la fortuna di avere spazio illimitato o quasi dentro e fuori Ermanno, ci siamo concessi uno scatolone di prodotti misti, per un totale di 50 euro di spesa grazie anche allo sconto del 10% riservato a chi partecipa al tour. Dal mio punto di vista i prezzi sono ottimi e la qualità altrettanto: assaggiate il pane con l’olio extravergine biologico e capirete cosa intendo! Dal momento che abbiamo dato vita al nostro “piccolo progetto anti bieco capitalismo”, come ironicamente lo ha definito tale Francesco qualcosa, non possiamo che consigliarvi caldamente di partecipare a questa e altre iniziative turistiche della Tenuta di Alberese (se vi interessa c’è posto anche per dormire in agriturismo). A conti fatti sono l’unico modo per sostenere davvero una realtà che sembra destinata a essere spacchettata e svenduta a privati nel silenzio più totale. Parlatene con gli amici, condividete sui social, partecipate. Sul piatto della bilancia ci sono mille anni di storia italiana.