L’energia del carbone è uno stock, quella solare è un flusso: si arriverà al momento in cui per estrarre carbone occorrerà più energia di quella contenuta nel carbone da estrarre – Antonio Cederna
Attenzione perché questo articolo fa riferimento a un modello di generatore a energia solare non più in commercio! Il prodotto che lo ha sostituito è lo Yeti Goal Zero 1500.
Introduco questa recensione del nostro piccolo (e usato) generatore a energia solare portatile con una citazione di Antonio Cederna, giornalista italiano, purtroppo già passato a miglior vita, autore fra gli altri del saggio La distruzione della natura in Italia (titolo piuttosto eloquente). Una citazione quantomai attuale, perché spiega benissimo il periodo storico che stiamo attraversando: una fase dove, a dispetto del passato, l’energia dei combustibili fossili ha ormai un costo (non tanto e non solo economico, quanto ambientale e sociale) completamente fuori controllo. O, per usare un termine più ecofriendly: insostenibile. Da qui il ritorno al sole, per millenni unica fonte di luce e di calore. Ma anche di energia: perché grazie al sole è possibile ricaricare qualunque cosa, comprese le tanto criticate auto elettriche. E comprese le power station, o generatori a energia solare che dir si voglia (per certi aspetti power bank e generatori solari sono concetti assimilabili).
Qualche mese fa ho avuto la fortuna di acquistare per vie traverse uno Yeti Goal Zero, ovvero una power station portatile molto nota oltreoceano. Il modello in questione, di seconda mano, è il 1400, cifra corrispondente al numero di W/h disponibili (1,4 kW/h per capirci). Dal mio punto di vista si tratta del compromesso perfetto fra peso, dimensioni e durata della batteria. Come sapete (altrimenti andatevi a leggere l’articolo sulle power bank per campeggio), questi generatori sono dotati non solo di una batteria al litio, ma anche di un inverter, di un regolatore di carica da pannelli solari e di svariate prese sia per la ricarica che per l’erogazione di energia a 12 volt e 220 volt. Nel mio caso i volt e gli hertz sono in linea con il mercato europeo, badate però che l’azienda Goal Zero vende in tutto il mondo, per cui potreste imbattervi in modelli di generatori solari da 110 volt (tensione in vigore ad esempio negli Stati Uniti). Dopo un paio di viaggi con questo gioiellino di tecnologia e parecchi test, vorrei condividere le mie impressioni e dirvi cosa penso di questo generatore. Prima però, vediamo insieme le caratteristiche tecniche.
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DAL TIPO DI CHIMICA DELLE CELLE ALLA TEMPERATURA OPERATIVA
Sostituito di recente dallo Yeti 1500X (sempre a filo del pesante ma comunque portatile a mano), lo Yeti 1400 che ho acquistato usato è ancora presente nel sito dell’azienda se lo cercate da Google. Questa pagina riporta la scheda del prodotto (sold out) con tutte le caratteristiche tecniche. Le più salienti ve le riporto per comodità in forma di elenco, a partire dai tempi di ricarica:
TEMPI DI RICARICA
- Presa da 220 volt (5A): 25 ore
- Pannello solare 50 watt: 46-112 ore
- Pannello solare 100 watt: 23-56 ore
- Pannello solare 200 watt: 11-28 ore
E qui già possiamo notare un fatto interessante. All’aumentare della potenza si riduce il tempo di ricarica. Logico, direte voi. Ma da tenere comunque a mente, perché se viaggiate in inverno con un affare del genere in camper, non potete certo pensare di affidarvi soltanto al sole. Per fortuna i modelli di generatore solare di ultima generazione prevedono anche la doppia se non addirittura tripla entrata:
- ricarica da accendisigari del veicolo (massimo 10 ampere)
- ricarica da presa a muro (limitata però nel mio Yeti a 60 watt, vai a capire perché…)
- ricarica da alternatore con un sistema simile al battery to battery charger (tipo Sterling Power o anche Orion per intenderci)
Nel mio modello di Yeti la ricarica da alternatore viene proposta come upgrade, tramite un modulo extra a parte, alla modica cifra di 500 euro. Anche no. Visto che l’intento che perseguo è quello di ricaricare il nostro van con annessi e connessi da fonti rinnovabili, capite che preferisco puntare tutto sul sole, se necessario, nelle giornate nuvolose, con l’aiuto dei pannelli amorfi.
Ma andiamo avanti con le caratteristiche tecniche.
DETTAGLI DELLA BATTERIA
- Chimica delle celle: Li-ion NMC
- Capacità massima: 1428 Wh (10.8V, 132Ah)
- Cicli di vita: 500 cicli all’80% di capacitÃ
- Shelf-life: caricare ogni 3-6 mesi
- Sistema di gestione: regolatore di carica PWM, low battery protection
In questo elenco vale la pena segnalare il PWM, grosso punto debole dello Yeti perché rispetto a un MPPT la potenza in carica da pannello solare è decisamente bassa. C’è da dire che ormai tutti i nuovi modelli hanno integrato un MPPT, per il mio sto aspettando il modulo anch’esso extra, da integrare smontando una parte sopra. Adesso è in arrivo, ordinato pochi giorni fa dal sito ufficiale di Goal Zero. La capacità di ricarica dovrebbe aumentare in questo modo del 40% circa. A breve farò le dovute verifiche e magari, con l’occasione, anche un video esplicativo con pro e contro.
IL RUOLO DEL GENERATORE SOLARE PER IL VIAGGIO IN ISLANDA
Quando ho avuto l’occasione di comprare lo Yeti da Luca, titolare dell’ecommerce Bravobrave e nostro sponsor, sapevo già che un accessorio del genere sarebbe stato per noi fondamentale. In un progetto come Road to Iceland incentrato sulle energia rinnovabili avere una fonte di alimentazione alternativa al pacco batterie principali è a dir poco essenziale, sia per la ricarica di emergenza del banco in caso di scarica completa (ho già provato e riesco a caricare un 20% circa delle batterie di Ermanno tramite alimentatore Victron) sia per l’alimentazione della pentola elettrica, del PC o del phon. Insomma, non puntare tutto sul banco batterie del van potrebbe fare la differenza quando l’energia scarseggia, o anche per ricaricare in contemporanea sia le batterie al litio di Ermanno sia il generatore solare da fonti diverse (inclusa la nuova turbina micro Waterlily trovata anche questa usata su Ebay.ca).
Vada come vada, una cosa è certa: questo concentrato di energia ci ha dato una grossissima mano sia in viaggio, quando siamo stati in centro Italia per conto di Agricamper Italia e in qualche week end occasionale, sia nel cantiere della casa che stiamo costruendo per ricaricare la batteria della motosega e alimentare i più svariati strumenti. Per me il giudizio è più che positivo, tanto è vero che per il prossimo corso di allestimenti amovibili e moduli a estrazione in programma il 9, 10 e 11 settembre a Minerbio proporrò lo Yeti (identico sotto tanti punti di vista al Bluetti) come impianto elettrico mobile. Il costo di acquisto non è indifferente, anche avendolo trovato usato io per dire ho sborsato 800 euro (nuovo, all’epoca, costava sui 1300 euro circa), ma secondo me sono soldi che si recuperano in fretta: paragonandolo a un generatore tradizionale, mille litri di gasolio hanno compensato già la spesa. E poi diciamocelo: la soddisfazione di prodursi da soli l’energia elettrica non ha prezzo.
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