L’Italia, come dice Calvino, ricorda il lampione della storiella: l’ubriaco sta cercando la chiave sotto la lampada, un passante gli chiede se è sicuro di averla perduta proprio lì; no, risponde l’ubriaco, ma qui ci vedo – Luca Goldoni
Dopo avervi raccontato del Vesuvio e di come visitarlo, vogliamo parlarvi di uno dei beni culturali italiani più noti del mondo e della nostra giornata passata qui in occasione del recente viaggio a Napoli. Come si può intuire dal titolo del post, la visita alla Reggia di Caserta ha deluso le nostre aspettative e confermato quello che invece si dice di Napoli, che prima lo vedi e poi muori. Inutile essere clementi, la residenza borbonica resta un luogo magico, di incredibile fascino, ma il modo in cui è gestita e valorizzata lascia molto a desiderare.
Già dall’ingresso e dalla biglietteria si capisce l’andazzo generale di incuria e menefreghismo, con manifesti di mostre che risalgono a due o tre anni prima ancora appesi alle porte, transenne per lavori in corso che si stanno prolungando oltre il termine e ingorghi di scolaresche e gruppi di turisti che per forza di cose devono o lasciare giù gli zaini o prendere la radioguida. Peccato che guardaroba e banco di consegna dei dispositivi siano nello stesso bugigattolo (idea geniale) per cui o si fa coda o si ha la fortuna di trovare libero, cosa capitata a noi al terzo tentativo. Ma queste, soprattutto per chi non va per il sottile, si potrebbero definire sottigliezze.
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PICCIONI, INQUILINI ABUSIVI E JOGGING SENZA PERMESSO
Alcune “stranezze” della Reggia di Caserta, ben più gravi della gestione e dell’aspetto estetico dell’ingresso, si possono riscontrare di persona, altre solamente leggendo i giornali. Tra le prime troviamo i (troppi) piccioni che infestano il vestibolo e la zona dello scenografico scalone a doppia rampa, piccioni che si spingono alle soglie della superba Cappella Palatina. E così, mentre la voce dell’audioguida celebra l’affresco di Girolamo Starace-Franchis con Le quattro Stagioni e La reggia di Apollo, a te che sei un turista che ha appena speso 12 euro di biglietto di ingresso potrebbe capitare di ricevere in omaggio del guano di piccione in testa…
Sapere che turisti stranieri assistono a un tale scempio fa male al cuore, e lo scrivo senza nessuna vena polemica ma sull’onda dell’indignazione che mi è salita alla gola passeggiando con Maddalena e il piccolo Sebastiano. Della serie, “un giorno tutto questo sarà tuo” (sempre se rimarrai in Italia). Come se non bastasse c’è stato il recente scandalo degli affittuari abusivi, persone che vivevano dentro la Reggia pagando un canone simbolico fra i 3 e i 145 euro al mese. Questi, per fortuna, non li abbiamo visti.
Un’altra cosa che ho visto e che mi ha stupito sono le persone che facevano jogging nel parco. Mi sono chiesto come potesse accadere che qualcuno fosse così ricco da permettersi di pagare la sua sessione di jogging reale e mi sono sentito uno stupido. Dopo aver fatto qualche ricerca ho trovato questo commento a un articolo in rete, con una versione decisamente più credibile della mia:
hanno permesso all’aereonautica di fare cio’ che voleva all’interno della reggia creando circoli dei sott’ufficiali,bar di ritrovo,festini di fine anno,alloggi per i marescialli, politici che si creavano serate ad hoc per i loro parenti, gente che fa jogging durante l’orario di chiusura perche’ in possesso di chiavidi uno dei cancelli d’ingresso.
AUTOBUS, BICI SCASSATE E UNA BELLEZZA MALINCONICA
Molti, incluso Matteo Renzi, hanno elogiato gli sforzi profusi dal nuovo direttore Mauro Felicori per ridare splendore alla Reggia di Caserta, ciò non toglie che a distanza di quasi un anno dal suo insediamento e dal tweet entusiasta dell’account ufficiale del 18 ago 2015 (buon lavoro a @maurofelicori nuovo Direttore della #reggiadicaserta e benvenuto #allareggiaconNoi), ci sia ancora molto da fare, forse più a livello di mentalità che di interventi di recupero.
Perché, tanto per dirne una, i custodi conversano a volumi da broker finanziario nel bel mezzo delle sale? Perché si ritiene indispensabile portare i turisti all’altro capo del parco con autobus vecchi e rumorosi? Perché le bici prese a noleggio sono scassate a tal punto che fai fatica a pedalare? Eppure i turisti sono aumentati, dichiarano le ultime statistiche in merito. Qualcosa di buono allora ci deve essere, nonostante tutto. Del resto la Reggia di Caserta, specchio del nostro Bel Paese, è meravigliosa al punto tale che ogni tentativo di fare peggio sembra accecato dallo splendore del luogo.
A trionfare è l’arte, l’incanto del giardino all’inglese e all’italiano con la loro atmosfera fuori dal tempo, il genio dell’architetto Luigi Vanvitelli, direttore del cantiere della Reggia fino all’ultimo giorno della sua vita, e ancora le centinaia di opere realizzate da pittori, scultori e artisti dell’epoca, dalla fontana di Eolo al gruppo di Diana e Atteone. Quello che resta è una bellezza malinconica, la sensazione che in un altro paese, in un altro pianeta, un giorno, chissà.
CONSIGLI PRATICI PER VISITARE LA REGGIA DI CASERTA
Dopo questo sfogo liberatorio torno a fare il mio lavoro di travel blogger per condividere alcuni consigli pratici sulla visita alla Reggia. Il costo del biglietto come abbiamo visto è di 12 euro, l’audioguida viene invece 5 (la radioguida meno ma è solo per gruppi numerosi). Prima di entrare potrete acquistare un libricino scritto sulla Reggia, una piccola guida senza tante pretese venduta da poveri ambulanti al costo di 2 euro. È possibile anche visitare solo il giardino o solo gli appartamenti ma sarebbe come andare a Parigi senza vedere la torre Eiffel.
Per la visita guidata il sito di riferimento è www.guidereggiadicaserta.it, mentre per le biciclette si possono noleggiare lì dalla mattina alle 17. Occhio ai giardini perché chiudono intorno alle 16 e non si può entrare in bicicletta (un tizio losco vi suonerà il clacson da dentro la macchina per avvisarvi del divieto). Per i più romantici non manca il giretto a bordo delle carrozze trainate da cavalli, come in ogni attrattiva italiana che si rispetti. Alla visita dedicate in totale almeno 3 o 4 ore, meglio una giornata intera per fare con calma e rimediare a eventuali imprevisti. Se arrivate in auto o in camper sappiate che il parcheggio sotterraneo è molto caro (da 10 a 15 euro), cercate quindi posto vicino alla stazione dei treni e proseguite a piedi, lì pagherete 1 euro l’ora quindi al massimo 6-7 euro in totale.
Noi alla Reggia di Caserta siamo sopravvissuti e speriamo un giorno di tornarci, magari con Sebastiano più grande e con una nuova mentalità di gestione che non sia solo in ottica imprenditoriale quanto culturale, sostenibile e lungimirante.
Comments
1 commentoElisa
Lug 13, 2016Caro Ermanno, anche noi oggi abbiamo visitato la reggia e siamo d’accordo con il tuo articolo. Aggiungo inoltre che noi oggi abbiamo trovato i giardini con l’erba secca e alta, e in stato di abbandono, così come le fontane, parzialmente inaccessibili. Inaccettabile anche la poca cortesia della biglietteria nei confronti di turisti stranieri, la totale mancanza di informazioni, il degrado dei bagni, i guardiani che chiacchieravano allegramente come al bar (e ci guardavano immusoniti se facevamo un cenno di saluto), fantomatici agenti di sicurezza seduti in auto a dormire, e la difficoltà di capire dove fossero le audioguide (per la totale mancanza di cartelli e info). Reggia, sei rimandata a settembre! 🙂
Rob
Lug 14, 2016Cara Elisa, grazie del tuo commento, purtroppo sono anni che la Reggia di Caserta viene “rimandata”, un po’ come succede per Pompei e per tanti altri beni culturali italiani. Il problema vero sai qual è? Ci abbiamo fatto il callo e non siamo più capaci di indignarci, noi turisti e tantomeno chi in questi posti ci lavora e dovrebbe esserne il custode, in tutti i sensi! La cosa peggiore è andare all’estero (in paesi verso i quali ci sentiamo “superiori”) e vedere che anche un semplice tempio in rovina viene valorizzato al meglio. Del resto, per citare Gaber, “Questo bel Paese pieno di poesia ha tante pretese ma nel nostro mondo occidentale è la periferia”.
Roberta
Ott 7, 2017Ciao Ermanno, mi piace il vostro progetto e trovo che le vostre storie diano un valido contributo alla conoscenza. Mi piace la valutazione oggettivamente veritiera della Reggia che proponi in questo articolo ma permettimi di dissentire sul necessario cambiamento di mentalità di cui parli. Quello dei Campani é un popolo meraviglioso ed accogliente ma soprattutto disponibile alla crescita ed al miglioramento. Tutti noi speravamo in un grande aiuto di Felicori, in un incentivo alla professionalità che tuttavia manca purtroppo anche a lui, che consente circa 15.000 ingressi giornalieri alla reggia, non controllati e senza il minimo rispetto di un bene immenso. Immenso come la quantità di soldi che riesce a far fruttare e che di certo, come avrai potuto osservare, portano a scarsissimi interventi di miglioramento. Un saluto da un medico emigrato ma con il cuore campano.
Rob
Ott 9, 2017Ciao Roberta, grazie del tuo commento e dei complimenti sottesi, so bene che i campani sono un popolo meraviglioso e non vedo l’ora di tornare insieme a Maddalena e Sebastiano a visitare la costa (ci manca Sorrento!) e le bellezze dell’entroterra. Riguardo al cambio di mentalità non lo so su cosa dissenti in particolare, il mio disappunto non è certo verso i campani ma verso gli italiani (in questo caso certo, parlo della gente del posto, che ho visto lavorare molto male). Il nostro immenso patrimonio lo trascuriamo a Nord come a Sud, solo che a Sud, con ogni probabilità, il problema è accentuato da altri fattori, e di solito riguarda tesori ben più preziosi e antichi. Ma sono sicuro che veneti, piemontesi o emiliani, messi nelle stesse condizioni, avrebbero più o meno i medesimi risultati. Un po’ come per la politica: “partono incendiari e fieri ma quando arrivano sono tutti pompieri”. Nessuna accusa particolare dunque, solo un gran rammarico nei confronti dell’Italia e di chi, volente o nolente, è rimasto a viverci.