Quasi tutte le nostre interviste on the road parlano di persone che hanno scelto di viaggiare con il proprio mezzo in posti avventurosi, con la famiglia o in coppia. D’altro canto, c’è anche chi il mezzo non lo possiede, ma non per questo rinuncia al viaggio. È il caso di Matteo e Patrizia, partiti il 23 novembre 2016 con un biglietto di sola andata per l’Australia, dove hanno viaggiato 10 mesi a bordo di un piccolo ma agile campervan ribattezzato per l’occasione Arthur. Non capita spesso di conoscere italiani, fra l’altro molto giovani, affrontare imprese del genere senza particolari conoscenze di meccanica o di overland. È stato quindi un piacere leggere le loro risposte a riguardo. Come al solito non voglio anticipare nulla, vi lascio leggere questa bella intervista, con l’augurio che possa ispirare la vostra prossima avventura, ovviamente on the road!
Benvenuti Matteo e Patrizia, partiamo dalla classica domanda che viene subito in mente in questi casi: cosa fate nella vita? E come siete riusciti a finanziare un viaggio del genere?
Ciao Roberto! Innanzitutto grazie mille per darci la possibilità di rivivere la nostra avventura! Siamo Matteo e Patrizia, compagni di viaggio e di vita da 7 anni. Siamo bresciani, laureati, io in Turismo e Patrizia in Chimica. Al momento io ho ripreso il mio lavoro precedente all’avventura australiana di social media manager e collaboratore di un’agenzia di viaggio. Patrizia ha invece iniziato da un paio di mesi a lavorare come tecnico-commerciale in un’azienda produttrice di materie plastiche.
Per finanziare questo viaggio abbiamo attinto ai risparmi accumulati negli anni precedenti a cui si sono sommati i guadagni ottenuti in Australia grazie al Work and Holiday visa.
Nel vostro blog Scatti e Bagagli si percepisce una grande passione per il viaggio “indipendente”, quando nasce la voglia di girare il mondo?
La passione per il viaggio e la voglia di scoprire il mondo ci accomuna e caratterizza praticamente da sempre. Il nostro primo viaggio insieme è stato a Parigi 7 anni fa e da lì non abbiamo più smesso.
Parliamo del vostro viaggio in Australia con il campervan Arthur. Come diavolo vi è venuto in mente di mollare tutto e comprare un biglietto di sola andata?
Per molti può sembrare una scelta azzardata o da matti ma per noi non è stato altro che la realizzazione di un sogno. L’Australia ci incuriosiva e attirava da sempre, in particolare Patrizia che adora i koala e aveva il sogno di poterli abbracciare. La possibilità di fare un mese di volontariato presso l’unico ospedale per koala del mondo è stata la scintilla! Inoltre sentivamo che era il momento adatto, Patrizia appena laureata e io con un lavoro che potevo mantenere anche a distanza. Quando siamo partiti non avevamo idea di quello che avremmo fatto tantomeno che avremmo girato mezza Australia con un campervan. E’ nato tutto una volta arrivati là, giorno per giorno, conoscendo persone e iniziando a fantasticare su questo viaggio.
Quali permessi occorrono per affrontare un viaggio del genere in Australia senza trasferirsi e senza un lavoro fisso sul posto?
Se si ha meno di 30 anni il modo più semplice è richiedere il Work and Holiday visa, della durata di un anno, che permette di viaggiare e lavorare in Australia. Trovare un lavoro è molto semplice soprattutto nel settore dell’hospitality e con un po’ di spirito di adattamento. Noi in questo modo alternando periodi di viaggio e lavoro siamo riusciti a mantenerci e sostenere praticamente tutte le spese del viaggio. Questo visto è rinnovabile per un secondo anno lavorando 88 giorni nelle farm, cosa che anche noi abbiamo fatto.
Il visto turistico invece ha una durata di 3 mesi e non permette di lavorare.
Esiste anche lo student visa, valido anche dopo i 30 anni, che permette di lavorare ma è obbligatorio iscriversi ad un corso di lingua.
Se si vuole solamente viaggiare l’unico altro documento necessario è la patente internazionale. Se invece si vuole restare per più tempo come nel nostro caso occorre richiedere anche la tessera sanitaria australiana (medicare), il TFN e la super annuation, documenti che si fanno sul posto in modo estremamente semplice.
Raccontateci qualcosa di Arthur! Come lo avete scelto? E quanto lo avete pagato?
Il nostro Arthur! A tratti ci ha fatto tribolare ma ci manca tantissimo! Non essendo per niente esperti ci siamo affidati ad una compagnia del paese dove alloggiavamo (Port Macquarie) che si occupava di comprare van, trasformarli in camper e quindi rivenderli. Il Volkswagen transporter ci è subito piaciuto in particolare dopo aver visto quello che sarebbe stato il risultato finale. Il mercato dei van in Australia è incredibilmente attivo e questo tiene i prezzi molto bassi. Noi l’abbiamo comprato già camperizzato attrezzato con tenda laterale, seggiole, frigorifero, pannelli solari, lavandino, letto con materasso e cassetti vari per 3.800 €! C’è da dire che era un van del 1997 con 300.000km (non tantissimi per gli standard australiani).
Ci siamo accorti solo in seguito che aveva qualche problema al motore e ci avremo speso nell’arco dei successivi 8 mesi altri 1.500€.
Durante il nostro viaggio in Canada abbiamo attraversato paesaggi spettacolari e assaporato ogni chilometro lungo strade deserte o quasi. Voi che impressioni avete raccolto percorrendo le highway australiane on the road?
Il tratto più incredibile che abbiamo percorso è la Stuart Highway, quasi 3.000 km che attraversano l’Australia da sud a nord attraversandola nel centro. 3.000 km di deserto dalle mille sfumature, guidando per ore incontrando solo pochi altri viaggiatori ed immensi road train. Non c’eravamo mai sentiti così lontani da tutto, completamente a contatto con la natura selvaggia che ci circondava ed appena spegnevamo il motore era solo silenzio. In una parola, magico!
Quali difficoltà tecniche si incontrano lungo un viaggio del genere? Rifornimento di carburante? Animali selvatici? Temperature basse?
A causa delle grandi distanze e del vuoto che circonda tutte le cittadine australiane le difficoltà non sono mancate. Nei tratti più desertici si trovano stazioni di rifornimento all’incirca ogni 200 km, ovviamente facevamo sempre il pieno. Le temperature sono abbastanza estreme nel senso che di giorno si cuoce sotto il sole e la notte le temperature scendono molto arrivando anche a 3-4 gradi nel deserto. Eravamo attrezzati con 5 coperte! Contatti diretti con animali selvatici pericolosi non ne abbiamo avuti ma stavamo sempre attenti a non lasciare cibo fuori dal van (i dingo sono sempre allerta!) e all’ora del tramonto occorre stare attenti ai canguri che si divertono a saltare in mezzo alla strada proprio al tuo passaggio. I maggiori problemi tecnici sono stati legati al motore del nostro van che in pieno outback ha deciso di perdere tutto l’olio lasciandoci a piedi. Per fortuna avevamo l’assicurazione che è venuta a recuperarci trainando il van al meccanico più vicino (70km). Il tutto dopo esserci messi in mezzo alla strada con un cartello con scritto “help” perché ovviamente il nostro cellulare non prendeva nel deserto! Ora che siamo tornati abbiamo imparato davvero tantissime cose sul motore
Avete incontrato altre persone che viaggiavano come voi a bordo di minivan, camper o moto? Volete raccontarci l’incontro più memorabile?
Si abbiamo incontrato tanti ragazzi in viaggio con i campervan. In Australia è una tipologia di viaggio estremamente comune. Quasi tutti europei ma nessuno italiano. Forse qui in Italia questa filosofia di viaggio non è ancora molto diffusa. Nel red centre abbiamo formato una piccola carovana di 3 mezzi con i quali abbiamo condiviso 3 giornate… il momento più magico era sempre la sera quando parcheggiavamo i nostri van in cerchio, accendevamo un fuoco nel mezzo e dopo cena ammiravamo la via lattea sopra la nostra testa con la musica aborigena in sottofondo.
Quali sono invece le 3 location imperdibili – famose e non – che avete visitato a bordo di Arthur in Australia?
Può sembrare scontato ma raggiungere Uluru, il rosso monolite simbolo dell’Australia, dopo giorni di viaggio nel deserto è stato un momento incredibile e finché non lo vedi dal vivo non puoi immaginarti quello che ti aspetta, più ti avvicini e più ti sorprende.
Un altro luogo che ci ha davvero sorpreso anche perché totalmente inaspettato sono state le terme di Mataranka, sperdute nell’outback. Dopo giorni di deserto potersi tuffare in quelle acque limpide è stato stupendo.
Attraversare l’Harbour Bridge che attraversa la baia di Sydney è stato un altro momento incredibile, ancora oggi non ci sembra vero!
Se vi capitasse di nuovo l’occasione di partire, dove vi piacerebbe andare per un nuovo viaggio on the road?
C’è l’imbarazzo della scelta! Ci piacerebbe tornare in Australia per percorrere la metà che ci manca e che dicono sia ancora più selvaggia.
Ma allo stesso tempo ci ispira tantissimo il Canada, forse anche grazie alle vostre immagini. Il coast-to-coast degli Stati Uniti sarebbe un altro sogno. Non neghiamo che anche un viaggio on the road in Europa, fino a raggiungere il Portogallo o Capo Nord ci piacerebbe moltissimo!
Che cosa pensate della vanlife, il fenomeno di portata ormai globale che vede sempre più giovani (e meno giovani) trasferirsi in un van e vivere viaggiando?
Dobbiamo ammettere che è uno stile di vita che, sebbene abbiamo provato solo per qualche mese, ci piace moltissimo. Si impara ad apprezzare le più piccole cose, come una doccia calda, e si vive davvero alla giornata, con un senso di libertà ineguagliabile. Stimo molto chi riesce a vivere così.
Se non ricordo male, anche voi siete intenzionati ad acquistare un van. Su che modello vi state orientando?
Si ci piacerebbe per poter fare qualche viaggetto anche qui in Italia e in Europa. Temiamo però di non trovare gli stessi servizi a cui ci siamo abituati in Australia. Inoltre i prezzi sono molto più alti qui. Vorremo comunque restare legati ad un Volkswagen, ci piace molto il Caravelle, quello vintage. Per noi sarebbe meglio trovarlo già camperizzato e poi semplicemente personalizzarlo.
Hai qualche libro di viaggio o film interessante da consigliarci sull’Australia o sui viaggi in generale?
Stiamo consigliando a tutti di leggere il libro In un paese bruciato dal sole di Bill Bryson. Lo scrittore ha visitato quasi tutti i posti in cui siamo stati ed è stato bellissimo riviverli con le sue parole. Dopo averlo letto probabilmente vi verrà voglia di imbarcarvi sul primo volo!
E adesso il classico finale che chiude ogni nostra intervista: niente parole, solo un’immagine, la vostra preferita, da regalare ai lettori.